Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Catturare l'anima: il Ritratto"
(18 settembre - 1° ottobre 2020)
Riuscire a rappresentare perfettamente il sembiante di un soggetto, sia esso a noi vicino e caro oppure lontano e sconosciuto, resta un'impresa oltremodo ardua. Del resto il protagonista ha un'anima, un'attitudine, una propria mimica, un'espressività tutta personale; eseguire un ritratto è – effettivamente – come riuscire a catturare l'anima del soggetto, fissare su tela la memoria di un'individualità.
Sergio Marino ritrae figure femminile intrise d'una bellezza elegante, decisa e sensuale: gli occhi – specchio dell'anima – sono il punto focale della rappresentazione. L'artista dipinge con estrema pulizia e precisione, la sua è una sintesi espressiva potente e accuratissima in cui si instaura un naturale dialogo tra l'osservatore ed il ritratto sulla base dell'attrazione, infatti l'attitudine dei soggetti invita chi li ammira ad un naturale avvicinamento. Mistero, riflessione, silenzio e bellezza, questo suggeriscono le splendide “muse” ritratte da Manuela Chittolina: sguardi intensi ed assorti, gestualità e posture che suggeriscono pensieri complessi e concentrazioni ininterrotte si stagliano sulle tele per mezzo di forti pennellate nere che contrastano con il delicato candore degli incarnati, mentre gli sfondi scuri o materici – ottenuti con una sapiente tecnica mista – fanno risaltare l'altera bellezza dei soggetti. I ritratti di Renato Serafin nascono dal cuore, il pennello è guidato dallo sconfinato amore che l'artista nutre per la propria famiglia e – come sempre accade – si comprende subito ciò che è stato realizzato in tale maniera: il protagonista (o i protagonisti) sono indagati con estrema precisione ed effigiati sulla tela con la loro naturale attitudine, presi quasi di sorpresa dall'occhio attento del pittore, nessun dettaglio gli sfugge, anzi, esso viene dipinto così com'è, una piccola tessera nel magico mosaico della vita. Pura magia e voglia d'avvicinarsi sempre più per comprenderle, questo suggeriscono ad istinto le opere di Sandro Ramani, autentici racconti dal tono sibillino: le figure sono caratterizzate da sottili giochi di luce/ombra in cui sembrano lampeggiare luci soffuse dai colori intensi, la resa plastica è perfetta, l'espressività è chiara e sfuggente a un tempo. Il dettaglio è fondamentale, sia a livello tecnico che espressivo, dalla sgraffiatura all'estrema lucentezza, dalla lettura dei punti luce alla fattura delle mani, il tutto all'insegna di un'iconica monumentalità. Tra il reale e il fantastico, tra il conosciuto e l'ignoto, qui (forse) si possono idealmente collocare i ritratti di Aart Illustration (Francesca Cragnolini): l'artista si concentra nella resa dettagliatissima – iperrealista – del particolare, i suoi volti sono quelli che tutti i giorni possiamo vedere, con le loro piccole imperfezioni e asimmetrie, alcuni di essi inseriti in uno scenario magico e surreale a metà tra il decò e il fumettistico, ma sempre all'insegna della forza espressiva che nasce dal profondo amore per un'arte sempre riconoscibile e vicina. Le donne ritratte da Grazia Barbieri sono decise, propositive e sicure di sé, vengono dipinte dall'artista con pennellate sapienti e delicate nell'ambito di un ideale ben preciso: la comunicazione diretta; Sophia, Lillà, Dagmar ci guardano negli occhi, chi con la semplicità d'un sorriso, chi con lo sguardo indagatore o – addirittura – con un'aria di malcelata sfida. Molteplici le simbologie da cogliere all'interno dei singoli ritratti, siano esse oggettuali, posturali o cromatiche, un modo intelligente per mettere alla prova l'attento osservatore. Ammirare con attenzione i ritratti di Antonia Comi potrà senza dubbio far venire alla mente una modalità di fare arte che solo gli antichi maestri conoscevano: l'espressività dei volti è sottolineata da una luce delicata abilmente direzionata, lo sfondo è scuro proprio per far risaltare ciò che più conta in un ritratto, ossìa l'essenza spirituale del protagonista effigiato. Antonia Comi utilizza inoltre una pennellata rapida e sciolta che delinea i volumi con grande sintesi espressiva, dimostrando una completa padronanza del mezzo tecnico che le permette una precisa caratterizzazione stilistica.
Avere la fortuna di poter ammirare questi splendidi ritratti sarà d'aiuto per comprenderne le intrinseche differenze e similitudini, soprattutto espressive. Vedere come sette “anime elette” interpretano un genere fondamentale come il ritratto potrà davvero rendere un'idea di quanto multiforme e plurale sia l'universo della rappresentazione di un soggetto in chiave artistica.
(18 settembre - 1° ottobre 2020)
Riuscire a rappresentare perfettamente il sembiante di un soggetto, sia esso a noi vicino e caro oppure lontano e sconosciuto, resta un'impresa oltremodo ardua. Del resto il protagonista ha un'anima, un'attitudine, una propria mimica, un'espressività tutta personale; eseguire un ritratto è – effettivamente – come riuscire a catturare l'anima del soggetto, fissare su tela la memoria di un'individualità.
Sergio Marino ritrae figure femminile intrise d'una bellezza elegante, decisa e sensuale: gli occhi – specchio dell'anima – sono il punto focale della rappresentazione. L'artista dipinge con estrema pulizia e precisione, la sua è una sintesi espressiva potente e accuratissima in cui si instaura un naturale dialogo tra l'osservatore ed il ritratto sulla base dell'attrazione, infatti l'attitudine dei soggetti invita chi li ammira ad un naturale avvicinamento. Mistero, riflessione, silenzio e bellezza, questo suggeriscono le splendide “muse” ritratte da Manuela Chittolina: sguardi intensi ed assorti, gestualità e posture che suggeriscono pensieri complessi e concentrazioni ininterrotte si stagliano sulle tele per mezzo di forti pennellate nere che contrastano con il delicato candore degli incarnati, mentre gli sfondi scuri o materici – ottenuti con una sapiente tecnica mista – fanno risaltare l'altera bellezza dei soggetti. I ritratti di Renato Serafin nascono dal cuore, il pennello è guidato dallo sconfinato amore che l'artista nutre per la propria famiglia e – come sempre accade – si comprende subito ciò che è stato realizzato in tale maniera: il protagonista (o i protagonisti) sono indagati con estrema precisione ed effigiati sulla tela con la loro naturale attitudine, presi quasi di sorpresa dall'occhio attento del pittore, nessun dettaglio gli sfugge, anzi, esso viene dipinto così com'è, una piccola tessera nel magico mosaico della vita. Pura magia e voglia d'avvicinarsi sempre più per comprenderle, questo suggeriscono ad istinto le opere di Sandro Ramani, autentici racconti dal tono sibillino: le figure sono caratterizzate da sottili giochi di luce/ombra in cui sembrano lampeggiare luci soffuse dai colori intensi, la resa plastica è perfetta, l'espressività è chiara e sfuggente a un tempo. Il dettaglio è fondamentale, sia a livello tecnico che espressivo, dalla sgraffiatura all'estrema lucentezza, dalla lettura dei punti luce alla fattura delle mani, il tutto all'insegna di un'iconica monumentalità. Tra il reale e il fantastico, tra il conosciuto e l'ignoto, qui (forse) si possono idealmente collocare i ritratti di Aart Illustration (Francesca Cragnolini): l'artista si concentra nella resa dettagliatissima – iperrealista – del particolare, i suoi volti sono quelli che tutti i giorni possiamo vedere, con le loro piccole imperfezioni e asimmetrie, alcuni di essi inseriti in uno scenario magico e surreale a metà tra il decò e il fumettistico, ma sempre all'insegna della forza espressiva che nasce dal profondo amore per un'arte sempre riconoscibile e vicina. Le donne ritratte da Grazia Barbieri sono decise, propositive e sicure di sé, vengono dipinte dall'artista con pennellate sapienti e delicate nell'ambito di un ideale ben preciso: la comunicazione diretta; Sophia, Lillà, Dagmar ci guardano negli occhi, chi con la semplicità d'un sorriso, chi con lo sguardo indagatore o – addirittura – con un'aria di malcelata sfida. Molteplici le simbologie da cogliere all'interno dei singoli ritratti, siano esse oggettuali, posturali o cromatiche, un modo intelligente per mettere alla prova l'attento osservatore. Ammirare con attenzione i ritratti di Antonia Comi potrà senza dubbio far venire alla mente una modalità di fare arte che solo gli antichi maestri conoscevano: l'espressività dei volti è sottolineata da una luce delicata abilmente direzionata, lo sfondo è scuro proprio per far risaltare ciò che più conta in un ritratto, ossìa l'essenza spirituale del protagonista effigiato. Antonia Comi utilizza inoltre una pennellata rapida e sciolta che delinea i volumi con grande sintesi espressiva, dimostrando una completa padronanza del mezzo tecnico che le permette una precisa caratterizzazione stilistica.
Avere la fortuna di poter ammirare questi splendidi ritratti sarà d'aiuto per comprenderne le intrinseche differenze e similitudini, soprattutto espressive. Vedere come sette “anime elette” interpretano un genere fondamentale come il ritratto potrà davvero rendere un'idea di quanto multiforme e plurale sia l'universo della rappresentazione di un soggetto in chiave artistica.
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