Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Astratto lirico"
(30 ottobre - 12 novembre 2020)
L’Arte ne ha fatta di strada dai tempi di Kupka e Kandinskij. L’abbandono della riconoscibilità soggettuale per approdare all’astrazione ha subito un processo di evoluzione strepitoso, portando alla nascita di moltissime correnti stilistiche, allo sviluppo di innumerevoli tecniche espressive e permettendo la creazione di capolavori assoluti in grado di condizionare sia la storia dell’Arte che la storia dell’umanità.
I “Paesaggi Interiori” di Alessandro Priolo trasmettono sin dal primo sguardo una sensazione di forza, energia, sincera spontaneità: l’artista dimostra una padronanza assoluta nell’utilizzo delle cromie, giustappone i colori con grande equilibrio accostando toni delicati e possenti, utilizza spatole, pennelli e financo le dita per creare delle composizioni calibrate in cui l’orizzontalità predominante viene quasi spezzata da violenti colpi verticali, autentiche scosse sismiche di pura vitalità. Sicurezza, ricchezza, equilibrio e preziosità, queste sono le sensazioni immediate che lo sguardo attento percepisce non appena si posa sulle opere di Francesco Savinelli, autentici inni al talento di un artista affermato e sensibile: le tele, sulle quali si dispongono vari materiali a collage, accolgono il colore sia con effetto materico che delicatamente disposto, la spazialità è definita da netti segni grafici che dettano il ritmo ed orientano i sensi di chi guarda. Un connubio tra eleganza ed esperienza. I dipinti di Ernestine Faux sono essenzialità assoluta, vero minimalismo; l’obiettivo dell’artista è creare degli autentici “corpi energetici” in cui forma e colore entrano in risonanza con l’istinto puro di chi li osserva: la forma delle tele prende ispirazione dalla sfaccettatura del diamante e si può orientare nello spazio quasi a 360°, l’effetto cromatico ottenuto sembra invitare il visitatore ad avvicinarsi per poi trapassare la tela ed entrare in un’autentica nuova essenza spaziale. Il concetto di Stargate fattosi arte. Oltremodo essenziali e cromaticamente sintetici anche i dipinti di Dorette Polnauer: l’artista sembra quasi voler accarezzare i colori e li dispone sulle tele con pennellate lievi e a tratti circolari, scegliendo di volta in volta la tinta predominante che suggerisca al pubblico l’ispirazione che ha guidato la pittrice. Oltre al colore, sulla tela trova posto anche la lieve matericità della graniglia che concorre a stabilire un ritmo formale pacato ma vivace, all’insegna dell’espressività più immediata. Le opere di Manfred Walter colpiscono l’osservatore per l’originalità del processo esecutivo, infatti l’intera superficie dipinta è condotta per mezzo di cerchi cromatici dello stesso colore che sembrano compenetrarsi ed addossarsi gli uni agli altri definendo completamente i confini spaziali dei singoli dipinti; l’effetto dinamico e volumetrico è completato poi da abili e calibrati colpi di colore lanciati con una forza misurata, un dripping che dialoga alla perfezione con una circolarità perfettamente ordinata. Cornelia Komor si focalizza sull’interazione tra colore e superficie, ricercando con magistrale attenzione un calibrato incontro tra cromie differenti e le loro relative sfumature, il tutto però in un continuo confronto tra densità e spessori: nelle “Fusioni” le increspature della carta sulla tela accolgono le nuances dei rosa, verdi oliva e beige, all’insegna di un dinamismo calmo, in “Indagini” e “Approfondimento” si nota invece la volontà di giocare con le differenti textures all’insegna di una mutevole rapidità. Anche in Brigitta Stritezsky c’è una evidente e decisa vena sperimentatrice, sia a livello cromatico che formale: nelle “Nuvole” la pennellata è lieve quanto una carezza e le velature sono eseguite a regola d’arte, il tutto per regalare una sensazione di leggerezza e imprevedibilità, mentre in altre opere l’utilizzo di vari materiali come il cartone, la garza o la tela grezza può essere interpretato come una vibrante ricerca dinamica che viene sottolineata dalle direttrici pittoriche, lineari, ricche, variegate.
Gli astrattismi presenti in questa rassegna raggiungono apici espressivi notevoli, senza timor d’esagerare si giunge quasi a sfiorare il Sublime. Il tutto sempre all’insegna di un dialogo e confronto che sono sempre costruttivi e mai soverchianti. Orbene, col senno di poi, la scelta del titolo “Astratto lirico” non è mai stata così precisa e calzante.
(30 ottobre - 12 novembre 2020)
L’Arte ne ha fatta di strada dai tempi di Kupka e Kandinskij. L’abbandono della riconoscibilità soggettuale per approdare all’astrazione ha subito un processo di evoluzione strepitoso, portando alla nascita di moltissime correnti stilistiche, allo sviluppo di innumerevoli tecniche espressive e permettendo la creazione di capolavori assoluti in grado di condizionare sia la storia dell’Arte che la storia dell’umanità.
I “Paesaggi Interiori” di Alessandro Priolo trasmettono sin dal primo sguardo una sensazione di forza, energia, sincera spontaneità: l’artista dimostra una padronanza assoluta nell’utilizzo delle cromie, giustappone i colori con grande equilibrio accostando toni delicati e possenti, utilizza spatole, pennelli e financo le dita per creare delle composizioni calibrate in cui l’orizzontalità predominante viene quasi spezzata da violenti colpi verticali, autentiche scosse sismiche di pura vitalità. Sicurezza, ricchezza, equilibrio e preziosità, queste sono le sensazioni immediate che lo sguardo attento percepisce non appena si posa sulle opere di Francesco Savinelli, autentici inni al talento di un artista affermato e sensibile: le tele, sulle quali si dispongono vari materiali a collage, accolgono il colore sia con effetto materico che delicatamente disposto, la spazialità è definita da netti segni grafici che dettano il ritmo ed orientano i sensi di chi guarda. Un connubio tra eleganza ed esperienza. I dipinti di Ernestine Faux sono essenzialità assoluta, vero minimalismo; l’obiettivo dell’artista è creare degli autentici “corpi energetici” in cui forma e colore entrano in risonanza con l’istinto puro di chi li osserva: la forma delle tele prende ispirazione dalla sfaccettatura del diamante e si può orientare nello spazio quasi a 360°, l’effetto cromatico ottenuto sembra invitare il visitatore ad avvicinarsi per poi trapassare la tela ed entrare in un’autentica nuova essenza spaziale. Il concetto di Stargate fattosi arte. Oltremodo essenziali e cromaticamente sintetici anche i dipinti di Dorette Polnauer: l’artista sembra quasi voler accarezzare i colori e li dispone sulle tele con pennellate lievi e a tratti circolari, scegliendo di volta in volta la tinta predominante che suggerisca al pubblico l’ispirazione che ha guidato la pittrice. Oltre al colore, sulla tela trova posto anche la lieve matericità della graniglia che concorre a stabilire un ritmo formale pacato ma vivace, all’insegna dell’espressività più immediata. Le opere di Manfred Walter colpiscono l’osservatore per l’originalità del processo esecutivo, infatti l’intera superficie dipinta è condotta per mezzo di cerchi cromatici dello stesso colore che sembrano compenetrarsi ed addossarsi gli uni agli altri definendo completamente i confini spaziali dei singoli dipinti; l’effetto dinamico e volumetrico è completato poi da abili e calibrati colpi di colore lanciati con una forza misurata, un dripping che dialoga alla perfezione con una circolarità perfettamente ordinata. Cornelia Komor si focalizza sull’interazione tra colore e superficie, ricercando con magistrale attenzione un calibrato incontro tra cromie differenti e le loro relative sfumature, il tutto però in un continuo confronto tra densità e spessori: nelle “Fusioni” le increspature della carta sulla tela accolgono le nuances dei rosa, verdi oliva e beige, all’insegna di un dinamismo calmo, in “Indagini” e “Approfondimento” si nota invece la volontà di giocare con le differenti textures all’insegna di una mutevole rapidità. Anche in Brigitta Stritezsky c’è una evidente e decisa vena sperimentatrice, sia a livello cromatico che formale: nelle “Nuvole” la pennellata è lieve quanto una carezza e le velature sono eseguite a regola d’arte, il tutto per regalare una sensazione di leggerezza e imprevedibilità, mentre in altre opere l’utilizzo di vari materiali come il cartone, la garza o la tela grezza può essere interpretato come una vibrante ricerca dinamica che viene sottolineata dalle direttrici pittoriche, lineari, ricche, variegate.
Gli astrattismi presenti in questa rassegna raggiungono apici espressivi notevoli, senza timor d’esagerare si giunge quasi a sfiorare il Sublime. Il tutto sempre all’insegna di un dialogo e confronto che sono sempre costruttivi e mai soverchianti. Orbene, col senno di poi, la scelta del titolo “Astratto lirico” non è mai stata così precisa e calzante.
Galleria ARTtime - vicolo Pulesi, 6 - 33100 Udine - tel. 0432/512099 - cell. 340/2542393
e-mail (Italia): info.arttimeudine@gmail.com
e-mail (estero): galleriaarttime@libero.it
e-mail (Italia): info.arttimeudine@gmail.com
e-mail (estero): galleriaarttime@libero.it