Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Alle radici del colore"
(18 febbraio - 3 marzo 2021)
Il colore è l'elemento essenziale per gran parte delle Arti visive. Ogni artista elabora nel corso della propria carriera una sua personale maniera di trattare il colore, rendendosi così pienamente riconoscibile nella sua unicità. Tra di essi c'è stato anche chi ha fatto letteralmente assurgere a vera divinità l'elemento cromatico (Tiziano, Tintoretto, Rubens, Velazquez per arrivare fino a Monet, Renoir, Van Gogh, Pollock, Rothko ed altri), arricchendo vista ed animo dei fortunati osservatori delle loro opere.
Le atmosfere delicate e sognanti delle opere di Betty Vivian raccontano scene rasserenanti e piene di sentimento in cui la natura è uno sfondo ideale ed accogliente in grado di abbracciare dolcemente tutti gli elementi rappresentati; l'artista sceglie cromie delicate ma al tempo stesso decise, alternando trasparenze a un dripping opaco non disdegnando – nelle ultime creazioni – l'utilizzo della foglia metallica, espediente geniale che dona ulteriore lucentezza e scintillio alle superfici dipinte. Si può affermare che Bernhard Gowinkowski utilizzi il colore come se fosse l'elemento fondante della realtà visibile, esattamente come operavano alcuni grandissimi esponenti dell'Impressionismo: per mezzo di sapienti tocchi (dall'ampiezza variabile) delinea la scena elemento per elemento, luce e cromie si fondono e scompongono al tempo stesso, quasi a voler ricordare anche il Divisionismo. Autentici “dipinti parlanti” dove i colori incitano l'osservatore letteralmente a sfondare le barriere spaziali. Quando la fantasia più fervida incontra il colore e la tecnologia ecco che possono nascere opere come quelle di Silvano Baù: ci si trova dinnanzi ad autentiche feste animate da forme, figure e cromie vivacissime che sembrano incontrarsi gioiosamente ed interagire tra loro. In Baù l'influenza di Kandinskij, Mirò e Gris è evidente ma questa è solo un incipit in cui poi l'elaborazione grafica e la composizione vibrante e serrata danno vita a piacevolissime armonie in grado di veicolare messaggi di puro giubilo. Un affollato brulichio di figure umane dall'inarrestabile movimento, immerse in atmosfere tra il surreale e l'onirico, composizioni che lasciano intuire che dietro ci sia sempre un significato sotteso da cogliere, questo suggeriscono i dipinti di Maya; le linee di contorno in evidenza, un sapiente gioco di pieni/vuoti, lucidi/opachi e scelte cromatiche delicate, raffinate ed eleganti, piccoli microcosmi in grado di catturare l'attenzione del sensibile e attento visitatore. Un'estrema delicata eleganza caratterizza anche le opere di Santina Pellizzari, ricercatezza che si riverbera nella scelta dei colori dei materiali e nelle consistenze superficiali; a ciò s'aggiunga anche che ogni dipinto rappresenta la personale interpretazione di un tema importante, dal sentimento al fatto di cronaca, dal riferimento emozionale al ricordo. Si tratta di opere dove la ricerca espressiva dell'artista si riconosce in innumerevoli piccoli elementi che rendono alla perfezione il concetto di specialità.
Alle radici del colore ha come obbiettivo il confronto tra le diverse concezioni del colore da parte di cinque artiste/i contemporanee/i, andando ad indagare nel profondo scelte, influenze, soluzioni creative ed esiti formali. Se osservando le opere si riesce a codificarne i messaggi attraverso l'uso delle cromie, si è colto nel segno (con soddisfazione).
(18 febbraio - 3 marzo 2021)
Il colore è l'elemento essenziale per gran parte delle Arti visive. Ogni artista elabora nel corso della propria carriera una sua personale maniera di trattare il colore, rendendosi così pienamente riconoscibile nella sua unicità. Tra di essi c'è stato anche chi ha fatto letteralmente assurgere a vera divinità l'elemento cromatico (Tiziano, Tintoretto, Rubens, Velazquez per arrivare fino a Monet, Renoir, Van Gogh, Pollock, Rothko ed altri), arricchendo vista ed animo dei fortunati osservatori delle loro opere.
Le atmosfere delicate e sognanti delle opere di Betty Vivian raccontano scene rasserenanti e piene di sentimento in cui la natura è uno sfondo ideale ed accogliente in grado di abbracciare dolcemente tutti gli elementi rappresentati; l'artista sceglie cromie delicate ma al tempo stesso decise, alternando trasparenze a un dripping opaco non disdegnando – nelle ultime creazioni – l'utilizzo della foglia metallica, espediente geniale che dona ulteriore lucentezza e scintillio alle superfici dipinte. Si può affermare che Bernhard Gowinkowski utilizzi il colore come se fosse l'elemento fondante della realtà visibile, esattamente come operavano alcuni grandissimi esponenti dell'Impressionismo: per mezzo di sapienti tocchi (dall'ampiezza variabile) delinea la scena elemento per elemento, luce e cromie si fondono e scompongono al tempo stesso, quasi a voler ricordare anche il Divisionismo. Autentici “dipinti parlanti” dove i colori incitano l'osservatore letteralmente a sfondare le barriere spaziali. Quando la fantasia più fervida incontra il colore e la tecnologia ecco che possono nascere opere come quelle di Silvano Baù: ci si trova dinnanzi ad autentiche feste animate da forme, figure e cromie vivacissime che sembrano incontrarsi gioiosamente ed interagire tra loro. In Baù l'influenza di Kandinskij, Mirò e Gris è evidente ma questa è solo un incipit in cui poi l'elaborazione grafica e la composizione vibrante e serrata danno vita a piacevolissime armonie in grado di veicolare messaggi di puro giubilo. Un affollato brulichio di figure umane dall'inarrestabile movimento, immerse in atmosfere tra il surreale e l'onirico, composizioni che lasciano intuire che dietro ci sia sempre un significato sotteso da cogliere, questo suggeriscono i dipinti di Maya; le linee di contorno in evidenza, un sapiente gioco di pieni/vuoti, lucidi/opachi e scelte cromatiche delicate, raffinate ed eleganti, piccoli microcosmi in grado di catturare l'attenzione del sensibile e attento visitatore. Un'estrema delicata eleganza caratterizza anche le opere di Santina Pellizzari, ricercatezza che si riverbera nella scelta dei colori dei materiali e nelle consistenze superficiali; a ciò s'aggiunga anche che ogni dipinto rappresenta la personale interpretazione di un tema importante, dal sentimento al fatto di cronaca, dal riferimento emozionale al ricordo. Si tratta di opere dove la ricerca espressiva dell'artista si riconosce in innumerevoli piccoli elementi che rendono alla perfezione il concetto di specialità.
Alle radici del colore ha come obbiettivo il confronto tra le diverse concezioni del colore da parte di cinque artiste/i contemporanee/i, andando ad indagare nel profondo scelte, influenze, soluzioni creative ed esiti formali. Se osservando le opere si riesce a codificarne i messaggi attraverso l'uso delle cromie, si è colto nel segno (con soddisfazione).
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