Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Intrecci stilistici"
(4 - 17 settembre 2020)
Quando si parla di Arte non può esistere l'intolleranza del contrasto, tantomeno l'opposto inconciliabile. Ogni espressività è pronta a dialogare e confrontarsi, tutto ciò che nasce dalla profonda sensibilità dell'artista è destinato ad intrecciarsi col frutto della creatività di un'altra anima eletta.
Le opere di Anita Windhager ammaliano il visitatore con le loro figure leggere e danzanti, animate da un dinamismo che tanto deve a una fantasia genuina e dagli accenti fiabeschi; molto interessante anche la tecnica, sia nei dipinti (pittura con pigmenti alla caseina), che nelle monotipie (in alcune utilizza antiche scritture come base). Il mito e le parole, il colore e l’immaginazione, questi elementi danno vita ai dipinti di Anita Windhager e lo fanno con un garbo innato. Il mare, l’acqua, lo scorrere dei flutti, Giuseppe Oliva rappresenta su tela il suo elemento, quello che lo ha visto nascere, crescere ed emozionarsi; la scelta delle tonalità cromatiche è magistrale, così come la resa materica delle superfici pittoriche. L’artista utilizza – per sua stessa ammissione – il pennello come fosse un sismografo, scalando rapidamente dall’alto in basso (e viceversa) l’altezza del supporto per regalare un effetto di dinamica trasparenza. La forza delle emozioni che si tramuta in eleganza, la purezza del colore che mette in risalto il concerto delle forme, dinnanzi alle stampe di Caterina Codato (CMisa) è naturale che le prime impressioni siano queste; l’artista presenta infatti delle creazioni figlie di un procedimento che ha fatto uso di materiali speciali che creano effetti molto particolari. La purezza di linee e colori sono perfettamente in accordo con l’intensità delle sensazioni trasmesse. La potenza della fantasia creativa di un’artista si vede soprattutto nella combinazione di elementi assai diversi che – uniti – vanno a creare nuove realtà, autentiche forme di vita, ecco, questo è il caso di Adriana Ghiraldo: utilizzando le materie prime basilari ed essenziali per la vita (pietra, legno, osso, metallo) la scultrice porta alla luce nuove realtà, entità dove gli elementi si combinano con naturalezza raccontando quanto può essere incerta, complessa ma anche bellissima un’esistenza. Gli acquerelli di Patrizia Bertoli sono degli autentici souvenirs dell’anima, racconti di viaggi e ricordi affidati alla calda delicatezza del colore: l’artista è molto attenta alla resa prospettica e volumetrica dell’architettura mettendo in evidenza le direttrici spaziali con tratti lineari dai colori puri, le superfici sono trattate con toni vivi e decisi in cui la sfumatura acquosa è destinata perlopiù al cielo o al mare. Rappresentazioni precise di uno spirito cristallino. I “Corpi di donna” di Maria Sole Salvador sono delle autentiche narrazioni emozionali: l’obiettivo dichiarato è quello di dare la parola alla fisicità, messaggi veicolati dal linguaggio del corpo che travalica la mimica facciale. L’artista non delinea i tratti del volto e lascia che siano l’attitudine, la posa e i giochi di luce/ombra a comunicare lo stato d’animo di un preciso istante: intento che riesce pienamente grazie alla combinazione di innata sensibilità e talento espressivo. Rappresentare il cane in attitudini umane riuscendo a trasmettere la purezza delle emozioni senza perdere la propria identità, siamo dinnanzi a qualcosa di speciale, un percorso creativo che Cleo Ruisz da tempo porta avanti con soddisfazione: ad esempio tre cani che cantano a squarciagola, concentratissimi, non sono altro che la “reincarnazione” di Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr., praticamente una sorta di versione pura, senza malizie e “migliore” dell’essere umano.
Avete visto? Quanta varietà e diversità può convivere – arricchendosi vicendevolmente – sotto l’universale bandiera dell’Arte. Tecniche, soggetti, stili, dovrebbero ammirarsi e studiarsi l’un l’altro andando a formare un unico grande intreccio, un autentico abbraccio in grado di salvare il mondo ed educare l’umanità.
(4 - 17 settembre 2020)
Quando si parla di Arte non può esistere l'intolleranza del contrasto, tantomeno l'opposto inconciliabile. Ogni espressività è pronta a dialogare e confrontarsi, tutto ciò che nasce dalla profonda sensibilità dell'artista è destinato ad intrecciarsi col frutto della creatività di un'altra anima eletta.
Le opere di Anita Windhager ammaliano il visitatore con le loro figure leggere e danzanti, animate da un dinamismo che tanto deve a una fantasia genuina e dagli accenti fiabeschi; molto interessante anche la tecnica, sia nei dipinti (pittura con pigmenti alla caseina), che nelle monotipie (in alcune utilizza antiche scritture come base). Il mito e le parole, il colore e l’immaginazione, questi elementi danno vita ai dipinti di Anita Windhager e lo fanno con un garbo innato. Il mare, l’acqua, lo scorrere dei flutti, Giuseppe Oliva rappresenta su tela il suo elemento, quello che lo ha visto nascere, crescere ed emozionarsi; la scelta delle tonalità cromatiche è magistrale, così come la resa materica delle superfici pittoriche. L’artista utilizza – per sua stessa ammissione – il pennello come fosse un sismografo, scalando rapidamente dall’alto in basso (e viceversa) l’altezza del supporto per regalare un effetto di dinamica trasparenza. La forza delle emozioni che si tramuta in eleganza, la purezza del colore che mette in risalto il concerto delle forme, dinnanzi alle stampe di Caterina Codato (CMisa) è naturale che le prime impressioni siano queste; l’artista presenta infatti delle creazioni figlie di un procedimento che ha fatto uso di materiali speciali che creano effetti molto particolari. La purezza di linee e colori sono perfettamente in accordo con l’intensità delle sensazioni trasmesse. La potenza della fantasia creativa di un’artista si vede soprattutto nella combinazione di elementi assai diversi che – uniti – vanno a creare nuove realtà, autentiche forme di vita, ecco, questo è il caso di Adriana Ghiraldo: utilizzando le materie prime basilari ed essenziali per la vita (pietra, legno, osso, metallo) la scultrice porta alla luce nuove realtà, entità dove gli elementi si combinano con naturalezza raccontando quanto può essere incerta, complessa ma anche bellissima un’esistenza. Gli acquerelli di Patrizia Bertoli sono degli autentici souvenirs dell’anima, racconti di viaggi e ricordi affidati alla calda delicatezza del colore: l’artista è molto attenta alla resa prospettica e volumetrica dell’architettura mettendo in evidenza le direttrici spaziali con tratti lineari dai colori puri, le superfici sono trattate con toni vivi e decisi in cui la sfumatura acquosa è destinata perlopiù al cielo o al mare. Rappresentazioni precise di uno spirito cristallino. I “Corpi di donna” di Maria Sole Salvador sono delle autentiche narrazioni emozionali: l’obiettivo dichiarato è quello di dare la parola alla fisicità, messaggi veicolati dal linguaggio del corpo che travalica la mimica facciale. L’artista non delinea i tratti del volto e lascia che siano l’attitudine, la posa e i giochi di luce/ombra a comunicare lo stato d’animo di un preciso istante: intento che riesce pienamente grazie alla combinazione di innata sensibilità e talento espressivo. Rappresentare il cane in attitudini umane riuscendo a trasmettere la purezza delle emozioni senza perdere la propria identità, siamo dinnanzi a qualcosa di speciale, un percorso creativo che Cleo Ruisz da tempo porta avanti con soddisfazione: ad esempio tre cani che cantano a squarciagola, concentratissimi, non sono altro che la “reincarnazione” di Frank Sinatra, Dean Martin e Sammy Davis Jr., praticamente una sorta di versione pura, senza malizie e “migliore” dell’essere umano.
Avete visto? Quanta varietà e diversità può convivere – arricchendosi vicendevolmente – sotto l’universale bandiera dell’Arte. Tecniche, soggetti, stili, dovrebbero ammirarsi e studiarsi l’un l’altro andando a formare un unico grande intreccio, un autentico abbraccio in grado di salvare il mondo ed educare l’umanità.
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