Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Universi espressivi"
(12 - 25 novembre 2021)
Paragonare l'espressione artistica all'universo è plausibile e sensato in quanto entrambe le entità sono immense ed incommensurabili. La ricca varietà di forme espressive è – anche in questo caso – paragonabile perlomeno al numero di stelle di una grande galassia. Si inizi dunque da qui una circoscritta ma acuta esplorazione di alcuni tra gli innumerevoli universi espressivi dell'Arte contemporanea.
Karin Greife adora l'Arte a 360 gradi, dipinge utilizzando le tecniche più varie e anche i soggetti e gli stili assecondano la sua incontenibile passione; su tutto però predominano due elementi basilari ossia fantasia e luminosità. Osservando con attenzione sia le vedute urbane, i lirici paesaggi o gli esuberanti astratti non si può non lasciarsi sedurre dalle vivide cromie e dall'estremo senso di ricerca, un processo continuo che punta alla riproduzione in pittura delle emozioni più profonde. Delicate ed estremamente accurate sono senza dubbio le opere di Marisa Asola, un'artista che adopera con sapienza il vincente binomio cromie suadenti-prospettive affascinanti; ammirando questi dipinti si percepisce una piacevole sensazione di benessere, assieme ad un'inconscia spinta a voler entrare all'interno della scena: partendo da soggetti figurativi e arrivando a vari gradi d'astrazione, l'artista rappresenta delle realtà attraenti con tratti che ricordano Edvard Munch. L'Arte di Giugj Capocchia è ricca di riferimenti, soprattutto all'ambito religioso e spirituale, ed ha un impatto forte sull'osservatore: la rappresentazione del corpo – nudo - ha una funzione simbolica, un autentico tempio dell'anima mosso da emozioni intensissime. Le figure effigiate dall'artista umbra vibrano, palpitano e portano addosso i segni della fede e della sofferenza, nudità complesse, da leggere come allegorie; ductus pittorico ricco, vicino all'arte manierista e barocca (Bernini e Velazquez su tutti). La passione, quella pura che arde nel cuore dell'artista, è perfettamente declinata nelle forme dell'ars pictandi da Maria Rita Ferrini: tela, carta e colore si uniscono in caldi abbracci dando vita a nuove realtà, mondi magici dove tutto è mutevole, interpretabile e stimolante. Le classiche ed imprevedibili increspature della carta che scherma, accoglie o rilascia il pigmento diventano il mezzo per esprimere il sentimento, pure visioni da gustare sia avvicinandosi che allontanandosi (con occhi e cuore). Il tema della visione e dell'immensità d'un mondo altro, alieno, è il punto focale dei dipinti di Claudia Simon, una pittrice che si lascia ispirare dal cosmo e si approccia alla rappresentazione con un'impostazione sperimentale: le sue atmosfere aeree sono letteralmente impregnate di “polvere di stelle”, scintillano ed illuminano un'oscurità universale. C'è spazio anche per la genesi planetaria, per le scie delle comete e per lo studio in forme visive di una complessità raffinata. Francesco Savinelli pone in atto una costante e continua ricerca sulla rappresentazione della realtà, in verità il dato sensibile perde la sua riconoscibilità figurativa in favore di una nuova fenomenologia degli spazi, delle cromie, degli effetti superficiali: sfondi d'un rosso vividissimo, nero tenebra o eburnei accolgono corpi dinamici polimaterici il cui movimento costante è suggerito dai tratti a carboncino e si possono intendere anche come agglomerati d'opulenza che monopolizzano l'interesse. Distruggere l'esistente e privarlo della sua riconoscibilità ma non per annientare bensì per creare una nuova entità, questo il focus creativo di Alessandra Faella, un'artista che fa a pezzi piatti e servizi di porcellana per riassemblarli secondo una prospettiva unica, personale, originale: le rotture non sono casuali e le ricomposizioni ancor meno, il disegno nella mente dell'artista è limpido e all'insegna della semplicità, a patto che non si possa più riconoscere l'oggetto un tempo integro. Un kintsugi al contrario.
In questo caso già con sette espressività ben distinte e decisamente diversificate si può avere una primigenia idea sull'estrema varietà dei linguaggi delle arti visive – e siamo solo in ambito pittorico! Iniziare con queste per dare uno spunto, un'idea, quello era l'obiettivo primario di questa esposizione. La speranza è quella di aver fornito uno spaccato indicativo e sincero in grado di affascinare, incuriosire ed arricchire il visitatore.
(12 - 25 novembre 2021)
Paragonare l'espressione artistica all'universo è plausibile e sensato in quanto entrambe le entità sono immense ed incommensurabili. La ricca varietà di forme espressive è – anche in questo caso – paragonabile perlomeno al numero di stelle di una grande galassia. Si inizi dunque da qui una circoscritta ma acuta esplorazione di alcuni tra gli innumerevoli universi espressivi dell'Arte contemporanea.
Karin Greife adora l'Arte a 360 gradi, dipinge utilizzando le tecniche più varie e anche i soggetti e gli stili assecondano la sua incontenibile passione; su tutto però predominano due elementi basilari ossia fantasia e luminosità. Osservando con attenzione sia le vedute urbane, i lirici paesaggi o gli esuberanti astratti non si può non lasciarsi sedurre dalle vivide cromie e dall'estremo senso di ricerca, un processo continuo che punta alla riproduzione in pittura delle emozioni più profonde. Delicate ed estremamente accurate sono senza dubbio le opere di Marisa Asola, un'artista che adopera con sapienza il vincente binomio cromie suadenti-prospettive affascinanti; ammirando questi dipinti si percepisce una piacevole sensazione di benessere, assieme ad un'inconscia spinta a voler entrare all'interno della scena: partendo da soggetti figurativi e arrivando a vari gradi d'astrazione, l'artista rappresenta delle realtà attraenti con tratti che ricordano Edvard Munch. L'Arte di Giugj Capocchia è ricca di riferimenti, soprattutto all'ambito religioso e spirituale, ed ha un impatto forte sull'osservatore: la rappresentazione del corpo – nudo - ha una funzione simbolica, un autentico tempio dell'anima mosso da emozioni intensissime. Le figure effigiate dall'artista umbra vibrano, palpitano e portano addosso i segni della fede e della sofferenza, nudità complesse, da leggere come allegorie; ductus pittorico ricco, vicino all'arte manierista e barocca (Bernini e Velazquez su tutti). La passione, quella pura che arde nel cuore dell'artista, è perfettamente declinata nelle forme dell'ars pictandi da Maria Rita Ferrini: tela, carta e colore si uniscono in caldi abbracci dando vita a nuove realtà, mondi magici dove tutto è mutevole, interpretabile e stimolante. Le classiche ed imprevedibili increspature della carta che scherma, accoglie o rilascia il pigmento diventano il mezzo per esprimere il sentimento, pure visioni da gustare sia avvicinandosi che allontanandosi (con occhi e cuore). Il tema della visione e dell'immensità d'un mondo altro, alieno, è il punto focale dei dipinti di Claudia Simon, una pittrice che si lascia ispirare dal cosmo e si approccia alla rappresentazione con un'impostazione sperimentale: le sue atmosfere aeree sono letteralmente impregnate di “polvere di stelle”, scintillano ed illuminano un'oscurità universale. C'è spazio anche per la genesi planetaria, per le scie delle comete e per lo studio in forme visive di una complessità raffinata. Francesco Savinelli pone in atto una costante e continua ricerca sulla rappresentazione della realtà, in verità il dato sensibile perde la sua riconoscibilità figurativa in favore di una nuova fenomenologia degli spazi, delle cromie, degli effetti superficiali: sfondi d'un rosso vividissimo, nero tenebra o eburnei accolgono corpi dinamici polimaterici il cui movimento costante è suggerito dai tratti a carboncino e si possono intendere anche come agglomerati d'opulenza che monopolizzano l'interesse. Distruggere l'esistente e privarlo della sua riconoscibilità ma non per annientare bensì per creare una nuova entità, questo il focus creativo di Alessandra Faella, un'artista che fa a pezzi piatti e servizi di porcellana per riassemblarli secondo una prospettiva unica, personale, originale: le rotture non sono casuali e le ricomposizioni ancor meno, il disegno nella mente dell'artista è limpido e all'insegna della semplicità, a patto che non si possa più riconoscere l'oggetto un tempo integro. Un kintsugi al contrario.
In questo caso già con sette espressività ben distinte e decisamente diversificate si può avere una primigenia idea sull'estrema varietà dei linguaggi delle arti visive – e siamo solo in ambito pittorico! Iniziare con queste per dare uno spunto, un'idea, quello era l'obiettivo primario di questa esposizione. La speranza è quella di aver fornito uno spaccato indicativo e sincero in grado di affascinare, incuriosire ed arricchire il visitatore.
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