Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Poesia della transitorietà - ruggine e patina"
mostra personale dell'artista Klaus Biliczky
(24 luglio - 6 agosto 2020)
Il tempo passa, scorre, trasforma e trasfigura naturalmente tutti gli essere viventi e non: dalla pelle umana od animale alla lastra di pietra, dal frammento ligneo al residuo plastico. Ma l'effetto raffinato dal tono caldo, spento o acceso a seconda dei casi, che si riscontra su di una superficie metallica attaccata dalla ruggine è qualcosa di magico per Klaus Biliczky, anzi, una meraviglia complessa e affascinante come solo una poesia potrebbe essere.
La sfida dell'artista è quella di ricreare su tela o su tavola l'effetto di ruggine e patina e per farlo mette in campo tutto il suo repertorio di conoscenze ed esperienze, sia chimiche che artistiche. Gli esiti sono quelli che lo stesso artista definisce “Poesie della transitorietà”, immagini intrise d'un lirismo su più registri, si ritrovano infatti opere che fanno riferimento alle sintesi scarne ed essenziali d'un ermetismo, così come ai gloriosi accenti epici o alle delicate leziosità d'un crepuscolarismo. L'estrema profonda sensibilità di Biliczky fa riferimento anche a temi religioso/spirituali, sentimentali, esperienziali, in un caleidoscopio di tinte metalliche, forme suggerite, messaggi da decodificare e textures da contestualizzare, il tutto all'insegna della fantasia e della costante voglia di ricerca e scoperta. E poi il gusto per il dettaglio, elemento che oggi sempre più si trascura a causa di una fretta atavica, di un veloceeadesso arcinemico dell'attenta osservazione e della piacevole scoperta; le opere di Biliczky sono da osservare con attenzione a varie distanze ed angolazioni, andando proprio a cogliere – centimetro dopo centimetro – l'elemento chiave, la suggestione, la similitudine, la ragione d'un titolo curioso e stimolante. Potrete osservare – a seconda della posizione – delle forme, dei motivi, degli effetti ricorrenti, il riflesso tangibile della poliedricità delle “poesie transitorie” dell'artista. Tutte le opere qui presenti nascono dopo anni di sperimentazioni, soprattutto facendo reagire chimicamente ossidi, lacche, colle, resine e colori oppure sottoponendo le tele trattate ad alte od altissime temperature (anche 800° C); i risultati sono sotto i vostri occhi: autentiche meraviglie che richiamano ferri rugginosi, lamine in rame ossidate, ghise consumate da anni ed anni di onorato servizio. Si alternano matericità a estrema levigatezza, ruvide scorze all'elegante delicatezza d'un pizzo. Ma ricordate, ogni opera racconta una storia ed ogni titolo assegnato deve far scattare la scintilla del raziocinio e la curiosa creatività che – innata – risiede in ognuno di noi.
Le patine d'ossidazione creano degli effetti irriproducibili in serie, ogni opera è al tempo stesso un unicum ed un piccolo universo, ma anche metafora e spunto per una riflessione. I titoli poi aiutano a comprendere meglio la genesi dell'opera e fungono da integrazione interpretativa. Trova posto anche l'arte plastica, infatti sono esposte alcune installazioni e sculture dell'artista, anch'esse pezzi di meravigliosa originalità, nati dall'unione di più materiali ed oggetti di recupero, manufatti in grado di attirare la curiosità e richiamare temi fondamentali e d'attualità come – ad esempio - il populismo, la libertà di stampa ed espressione, la vita e la morte. Cogliere il fascino e la poesia dell'attimo fuggente, riflettere sugli aspetti chiave dell'esistenza e fare tutto ciò contemporaneamente col cuore e con la mente, questo è l'auspicio di Klaus Biliczky, un artista che rimane nella memoria, lasciando una traccia indelebile di acuta sensibilità.
Galleria ARTtime - vicolo Pulesi, 6 - 33100 Udine - tel. 0432/512099 - cell. 340/2542393
e-mail: [email protected]
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