Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Arte, così, semplicemente"
(3 - 16 novembre 2023)
Quando si nomina la parola “Arte” spesso la si reputa un qualcosa di prezioso, raffinato, complesso e forse addirittura elitario. Sono normali associazioni mentali, figlie di un passato in cui l'espressione artistica era a totale appannaggio di classi privilegiate. Oggi, per fortuna, la concezione è cambiata, ad essa s'associa l'immediatezza, la sincerità, il talento e l'unicità. È terminata l'epoca delle mille sovrastrutture, è giunto il momento di godere l'Arte in tutta la sua spontaneità e semplicità.
Milena Miculan rappresenta tutta la bellezza di una veduta con i filtri del talento cristallino e dell'acuta sensibilità: il sottile confine tra cielo e terra (o mare) è reso con maestria per mezzo della tecnica del pastello secco, mille piccole sfumature disposte con dolcezza raccontano i giochi di luce e ombra che ogni giorno meravigliano le nostre viste. L'artista lascia che sia la maestosa placidità degli elementi a parlare, infatti gli elementi antropici – se presenti – s'intravedono in secondo piano, ecco dunque visioni intrise di sublime e sfavillante bellezza. Anche Paola Bega si lascia ispirare dalla veduta paesaggistica: le differenti – ma simili – sfumature di blu di cielo e mare s'incontrano accogliendo un piccolo gruppo di case bianche dai profili marcatamente squadrati, in basso alcune piccole imbarcazioni si dispongono con ordinata eleganza a pelo d'acqua, in alto una maestosa luna piena illumina tutto col suo magico candore. L'artista sperimenta una figurazione per forme sintetiche, un po' alla Ottone Rosai e un po' pre-cubista, e riduce al minimo la gamma cromatica, conscia che la vera bellezza nasce dalla semplicità. La natura rappresentata da Stefania Zini è intrisa di una magia in grado di emozionare sin dal primo sguardo: l'ambiente prediletto è quello boscoso-forestale, il punto di vista è ravvicinato ma non troppo, l'obiettivo non è quello di simulare un grandangolo ma quello di raccontare l'attimo di uno sguardo, compreso nel normale campo visivo. Le fronde arboree raccontano la stagione, così come la calda luce estiva o la candida neve invernale, ci si sente proiettati all'interno del dipinto, in un silente dialogo con l'artista e con la rigogliosa natura circostante. Dinnanzi alle opere di Gabriele Stelzer si viene piacevolmente travolti dall'incontenibile gioia del colore: lo spazio viene composto e scomposto dall'agglomerazione di forme geometriche semplici dai toni accesissimi, quasi fluorescenti, queste costituiscono solo lo sfondo dal quale affiora un animale mitologico, l'assoluto protagonista di ogni dipinto. I contorni sono netti ma tendono quasi a mimetizzarsi con l'allegra esplosività di fondo, la potenza creativa dell'artista trasfigura il mito, ferocia e crudeltà si mutano in felice giocosità. Kamila Zeb. Zebrowska è un'artista che ha trovato il proprio materiale base del cuore, si tratta del legno: elemento solido e duttile al tempo stesso, viene scavato per poter accogliere tra le proprie fibre delle autentiche meraviglie. Moltissimi i materiali che l'artista utilizza, dalla plastilina alla foglia d'oro, dalle perline alle foglie secche, il tutto poi sigillato da speciali resine ed impreziosito da soluzioni formali eleganti ed originali; i risultati finali sono opere che ricordano il mosaico o l'intarsio, con un gioco di riflessi e colori unico che le impreziosisce di assoluta unicità. Alan Concas nei suoi dipinti si focalizza sulla carica emozionale dei soggetti, vuole idealmente catturare il sentimento di uno specifico istante; sceglie il linguaggio della piena riconoscibilità figurativa ma connotata da una scomposizione ordinata dello spazio. Attimi composti da quadrati e da aree cromatiche nette condividono lo spazio con un tratto delicato e perfettamente riconoscibile, la magia d'uno sguardo e il sublime istante che precede un bacio sono resi con un'ispirata accuratezza, così come il dinamismo delle figure e i contrasti tra tinte calde e fredde. I cicli pittorici di Katthy Cattivello raccontano tutta la curiosità e volontà di ricerca di un'artista instancabile: il soggetto viene sempre indagato a 360 gradi, da distanze, punti di vista e angolazioni differenti, per poi venire rappresentato in tutta la sua approfondita e sfaccettata complessità. Una semplice bicicletta – ad esempio – diventa il paradigma del viaggio, personale o collettivo, verso l'essenza delle cose; l'artista sceglie come focus la ruota raggiata e la rappresenta con differenti tecniche via via sempre più da vicino, in un ideale zoom che richiama un crescendo emozionale.
Una volta tanto non si è scelto un titolo accattivante o evocativo, ha vinto la semplicità. Sì, perché oggigiorno si tende a dimenticare che proprio quest'ultima è in assoluto il concetto più vicino alla vera essenza delle cose. Perché dunque aggiungere quando si può togliere? Perché complicare a tutti i costi qualcosa che è assolutamente perfetta già di suo? Godiamoci dunque l'Arte, così, semplicemente.
(3 - 16 novembre 2023)
Quando si nomina la parola “Arte” spesso la si reputa un qualcosa di prezioso, raffinato, complesso e forse addirittura elitario. Sono normali associazioni mentali, figlie di un passato in cui l'espressione artistica era a totale appannaggio di classi privilegiate. Oggi, per fortuna, la concezione è cambiata, ad essa s'associa l'immediatezza, la sincerità, il talento e l'unicità. È terminata l'epoca delle mille sovrastrutture, è giunto il momento di godere l'Arte in tutta la sua spontaneità e semplicità.
Milena Miculan rappresenta tutta la bellezza di una veduta con i filtri del talento cristallino e dell'acuta sensibilità: il sottile confine tra cielo e terra (o mare) è reso con maestria per mezzo della tecnica del pastello secco, mille piccole sfumature disposte con dolcezza raccontano i giochi di luce e ombra che ogni giorno meravigliano le nostre viste. L'artista lascia che sia la maestosa placidità degli elementi a parlare, infatti gli elementi antropici – se presenti – s'intravedono in secondo piano, ecco dunque visioni intrise di sublime e sfavillante bellezza. Anche Paola Bega si lascia ispirare dalla veduta paesaggistica: le differenti – ma simili – sfumature di blu di cielo e mare s'incontrano accogliendo un piccolo gruppo di case bianche dai profili marcatamente squadrati, in basso alcune piccole imbarcazioni si dispongono con ordinata eleganza a pelo d'acqua, in alto una maestosa luna piena illumina tutto col suo magico candore. L'artista sperimenta una figurazione per forme sintetiche, un po' alla Ottone Rosai e un po' pre-cubista, e riduce al minimo la gamma cromatica, conscia che la vera bellezza nasce dalla semplicità. La natura rappresentata da Stefania Zini è intrisa di una magia in grado di emozionare sin dal primo sguardo: l'ambiente prediletto è quello boscoso-forestale, il punto di vista è ravvicinato ma non troppo, l'obiettivo non è quello di simulare un grandangolo ma quello di raccontare l'attimo di uno sguardo, compreso nel normale campo visivo. Le fronde arboree raccontano la stagione, così come la calda luce estiva o la candida neve invernale, ci si sente proiettati all'interno del dipinto, in un silente dialogo con l'artista e con la rigogliosa natura circostante. Dinnanzi alle opere di Gabriele Stelzer si viene piacevolmente travolti dall'incontenibile gioia del colore: lo spazio viene composto e scomposto dall'agglomerazione di forme geometriche semplici dai toni accesissimi, quasi fluorescenti, queste costituiscono solo lo sfondo dal quale affiora un animale mitologico, l'assoluto protagonista di ogni dipinto. I contorni sono netti ma tendono quasi a mimetizzarsi con l'allegra esplosività di fondo, la potenza creativa dell'artista trasfigura il mito, ferocia e crudeltà si mutano in felice giocosità. Kamila Zeb. Zebrowska è un'artista che ha trovato il proprio materiale base del cuore, si tratta del legno: elemento solido e duttile al tempo stesso, viene scavato per poter accogliere tra le proprie fibre delle autentiche meraviglie. Moltissimi i materiali che l'artista utilizza, dalla plastilina alla foglia d'oro, dalle perline alle foglie secche, il tutto poi sigillato da speciali resine ed impreziosito da soluzioni formali eleganti ed originali; i risultati finali sono opere che ricordano il mosaico o l'intarsio, con un gioco di riflessi e colori unico che le impreziosisce di assoluta unicità. Alan Concas nei suoi dipinti si focalizza sulla carica emozionale dei soggetti, vuole idealmente catturare il sentimento di uno specifico istante; sceglie il linguaggio della piena riconoscibilità figurativa ma connotata da una scomposizione ordinata dello spazio. Attimi composti da quadrati e da aree cromatiche nette condividono lo spazio con un tratto delicato e perfettamente riconoscibile, la magia d'uno sguardo e il sublime istante che precede un bacio sono resi con un'ispirata accuratezza, così come il dinamismo delle figure e i contrasti tra tinte calde e fredde. I cicli pittorici di Katthy Cattivello raccontano tutta la curiosità e volontà di ricerca di un'artista instancabile: il soggetto viene sempre indagato a 360 gradi, da distanze, punti di vista e angolazioni differenti, per poi venire rappresentato in tutta la sua approfondita e sfaccettata complessità. Una semplice bicicletta – ad esempio – diventa il paradigma del viaggio, personale o collettivo, verso l'essenza delle cose; l'artista sceglie come focus la ruota raggiata e la rappresenta con differenti tecniche via via sempre più da vicino, in un ideale zoom che richiama un crescendo emozionale.
Una volta tanto non si è scelto un titolo accattivante o evocativo, ha vinto la semplicità. Sì, perché oggigiorno si tende a dimenticare che proprio quest'ultima è in assoluto il concetto più vicino alla vera essenza delle cose. Perché dunque aggiungere quando si può togliere? Perché complicare a tutti i costi qualcosa che è assolutamente perfetta già di suo? Godiamoci dunque l'Arte, così, semplicemente.
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