Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Luminose chiarezze"
(27 maggio - 9 giugno 2021)
La luce con i suoi meravigliosi effetti di rifrazione, il chiarore tipico che solo i raggi del sole possono donare, fenomeni naturali che sembrano voler abbracciare e coccolare la fortunata umanità. Quando le luminose chiarezze vengono trattate ed approfondite dagli artisti, le caleidoscopiche raffinatezze del tema ne risultano strepitosamente amplificate.
Le luminosità proposte da Roberto Modenese fanno convergere colore, materia e una figurazione che vira sempre più verso una sintesi astratta; l'artista presenta una sua personale visione dello scorcio paesaggistico in cui è forte la spinta geometrizzante e le cromie – impregnate di chiarore – sono accostate con maestria sulla tela. Volumi e linee suggerite, prospettive e visioni d'insieme, l'artista rende il tutto con uno stile inconfondibile e sincero, con un costante richiamo al tema della casa. Cosa c'è di più luminoso e limpido d'un fiore di campo? Ben poche cose - lo sa bene Fiorella Bianchi che ha fatto della magia del tema floreale il suo maggiore filone soggettuale: la pittrice utilizza l'olio con sapienti tocchi materici in cui delinea con la spatola e con le dita le inconfondibili sagome di petali e corolle, di steli e fili d'erba. Le vedute d'insieme di prati tempestati di fiori coloratissimi assomigliano a galassie, dimensioni spaziali ideali per un piacere multisensoriale. Limpidezza e nitore protagonisti assoluti delle opere di M. Chiara Pruna, un'artista che immortala con uno punto di vista assolutamente unico la bellezza delle spiagge del Sulcis: gli arenili, le dune, i cespugli e le loro caratteristiche ombre, questo focalizza primariamente la sua attenzione. Lo splendido mare, mai placido, cede il passo alle distese sabbiose e viene magistralmente raffigurato in una posizione subalterna, scegliendo di dare maggiore importanza a ciò che di solito si lascia alle spalle. Il viaggio come esigenza insopprimibile e la volontà di rendere immortali per mezzo della pittura i ricordi di esperienze vissute, questi i capisaldi dell'arte di Antonio Giorgio Cattani: il pittore infatti immortala con estrema precisione uno splendido paesaggio o sceglie di dipingere ritratti che raccontano un orgoglioso senso d'appartenenza, ma non lo fa con la mano bensì col cuore. La perizia tecnica dell'olio a velature si sposa con la rapidità di uno sguardo, il tutto all'insegna di una sfavillante luminosità. Unicità nella varietà, queste le parole chiave associabili alle opere di Marco Bagatin: il primo termine allude all'assoluta originalità nella tecnica, l'artista infatti è l'unico al mondo che realizza un connubio tra il gesso veneziano e l'inchiostro, mentre il secondo richiama la vasta gamma cromatica da lui utilizzata. E poi “silenzio” e “destino”, assenza di parole e incertezza - sempre associati all'umanità - tematiche ricorrenti nelle figure che appena s'intravedono dalla lucente e preziosa superficie marmorizzata. Chiarezza di toni associata ad una complessità di lettura, il candido nitore che accoglie linee, circoli, parti in collage e l'immancabile filo rosso, quello che Patrizia Da Re ha scelto di seguire, sempre e comunque. Una grandissima libertà creativa quella dell'artista che si manifesta con la presenza di numerosi imput che sembrano quasi accavallarsi sulle superfici delle tele o dei fogli, proprio questa libertà vuole mostrare al visitatore quanto sia necessario per l'artista raccontare la sua storia.
Come s'è visto ogni artista affronta a suo modo il tema della luminosità e del chiarore. Che sia chiaro o meno – mi si perdoni il giuoco di parole – tutto è relativo, l'importante è sempre arricchire e rasserenare la mente ed il cuore di chi ammira.
(27 maggio - 9 giugno 2021)
La luce con i suoi meravigliosi effetti di rifrazione, il chiarore tipico che solo i raggi del sole possono donare, fenomeni naturali che sembrano voler abbracciare e coccolare la fortunata umanità. Quando le luminose chiarezze vengono trattate ed approfondite dagli artisti, le caleidoscopiche raffinatezze del tema ne risultano strepitosamente amplificate.
Le luminosità proposte da Roberto Modenese fanno convergere colore, materia e una figurazione che vira sempre più verso una sintesi astratta; l'artista presenta una sua personale visione dello scorcio paesaggistico in cui è forte la spinta geometrizzante e le cromie – impregnate di chiarore – sono accostate con maestria sulla tela. Volumi e linee suggerite, prospettive e visioni d'insieme, l'artista rende il tutto con uno stile inconfondibile e sincero, con un costante richiamo al tema della casa. Cosa c'è di più luminoso e limpido d'un fiore di campo? Ben poche cose - lo sa bene Fiorella Bianchi che ha fatto della magia del tema floreale il suo maggiore filone soggettuale: la pittrice utilizza l'olio con sapienti tocchi materici in cui delinea con la spatola e con le dita le inconfondibili sagome di petali e corolle, di steli e fili d'erba. Le vedute d'insieme di prati tempestati di fiori coloratissimi assomigliano a galassie, dimensioni spaziali ideali per un piacere multisensoriale. Limpidezza e nitore protagonisti assoluti delle opere di M. Chiara Pruna, un'artista che immortala con uno punto di vista assolutamente unico la bellezza delle spiagge del Sulcis: gli arenili, le dune, i cespugli e le loro caratteristiche ombre, questo focalizza primariamente la sua attenzione. Lo splendido mare, mai placido, cede il passo alle distese sabbiose e viene magistralmente raffigurato in una posizione subalterna, scegliendo di dare maggiore importanza a ciò che di solito si lascia alle spalle. Il viaggio come esigenza insopprimibile e la volontà di rendere immortali per mezzo della pittura i ricordi di esperienze vissute, questi i capisaldi dell'arte di Antonio Giorgio Cattani: il pittore infatti immortala con estrema precisione uno splendido paesaggio o sceglie di dipingere ritratti che raccontano un orgoglioso senso d'appartenenza, ma non lo fa con la mano bensì col cuore. La perizia tecnica dell'olio a velature si sposa con la rapidità di uno sguardo, il tutto all'insegna di una sfavillante luminosità. Unicità nella varietà, queste le parole chiave associabili alle opere di Marco Bagatin: il primo termine allude all'assoluta originalità nella tecnica, l'artista infatti è l'unico al mondo che realizza un connubio tra il gesso veneziano e l'inchiostro, mentre il secondo richiama la vasta gamma cromatica da lui utilizzata. E poi “silenzio” e “destino”, assenza di parole e incertezza - sempre associati all'umanità - tematiche ricorrenti nelle figure che appena s'intravedono dalla lucente e preziosa superficie marmorizzata. Chiarezza di toni associata ad una complessità di lettura, il candido nitore che accoglie linee, circoli, parti in collage e l'immancabile filo rosso, quello che Patrizia Da Re ha scelto di seguire, sempre e comunque. Una grandissima libertà creativa quella dell'artista che si manifesta con la presenza di numerosi imput che sembrano quasi accavallarsi sulle superfici delle tele o dei fogli, proprio questa libertà vuole mostrare al visitatore quanto sia necessario per l'artista raccontare la sua storia.
Come s'è visto ogni artista affronta a suo modo il tema della luminosità e del chiarore. Che sia chiaro o meno – mi si perdoni il giuoco di parole – tutto è relativo, l'importante è sempre arricchire e rasserenare la mente ed il cuore di chi ammira.
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