Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Anno nuovo, Arte nuova"
(7 - 20 gennaio 2022)
L'inizio di un nuovo anno è il periodo delle speranze per eccellenza, colmo d'auspici e propositi. Ciò vale anche in ambito artistico e il titolo di questa rassegna palesemente lo dimostra: un anno nuovo per proporre (tanta e valida) Arte nuova.
La pittura di Mery's Art è sempre in bilico tra la neutralità del bianco e la festosa gioia del colore; soggetti prediletti le figure femminili, monumentali, assorte, fiere e determinate sembrano quasi materializzarsi dal nitore di fondo per mezzo pennellate rapide e sapienti che hanno anche il compito di caratterizzare il loro universo. Temi d'attualità, sentimenti, emozioni, questo interessa e comunica la pittrice e lo fa con uno stile inconfondibile che unisce, insieme, impeto e tenuità. Angela Matera ha creato un personaggio – Salomè – e l'ha fatta diventare la protagonista assoluta delle sue stampe: è una ragazza dai grandi occhi espressivi e dalla chioma corvina, dall'espressione vivace e dalle movenze sinuose. L'artista si è specializzata in alcune particolari tecniche di stampa in grado di offrire una vasta gamma di effetti, anche uscendo dalla bidimensionalità, che si integrano con il collage e la pittura, creando opere d'una unicità raffinata. La Donna come simbolo e paradigma, icona e allegoria di entità connaturate alla vita, su questo si basa la pittura di MAD; la banalità del male, la mancanza di rispetto – a 360 gradi - e la volontà di segnalare tutto ciò per combatterlo, ecco un'Arte di denuncia dove la pittrice si schiera ed alza la voce utilizzando il suo talento cristallino. Le figure sono effigiate con un realismo ed un pathos impressionante recando attributi immediatamente riconoscibili. La pittura spesso è anche omaggio e dichiarazione d'amore, questo è il caso di Francesca Sorbera, nella fattispecie nei confronti della Tuscia e di Viterbo in particolare: l'artista sceglie dei soggetti di rara bellezza e li traspone in pittura con un'attenzione al dettaglio degna d'un van Eyck e con effetti luministici che ricordano Signorini. Scorci d'architetture maestose intrise d'una bellezza secolare che ha visto passare papi e cardinali, condottieri e grandtouristes. Francesca Pinter rende un sincero ed accorato omaggio al paesaggio, in questo caso però si tratta di ampi sguardi verso l'elemento naturale, con solo lievi tracce del passaggio dell'uomo: la pittrice adora sperimentare partendo però dal dato figurativo e riconoscibile, il contorno a tratti è netto, a tratti sfumato, le cromie calibrate, la pennellata è delicatissima e ampia, a volte pare di scorgere dei graffi, delle abrasioni che pare interrompano una lirica uniformità. Lo stile di Antonio Dibennardo è un equilibrato connubio tra nuovi linguaggi espressivi e un ductus pittorico figlio del barocco: affascinato dai robusti chiaroscuri e dai lampi improvvisi di luce l'artista gioca sul dubbio e la scomposizione, le sue infatti sono opere che mostrano e celano, spiegano e tacciono. Interpreta soggetti classici come l'autoritratto o la natura morta con la luce del XVII secolo ma la corporeità del XXI, collega volti e mani ad azioni ed emozioni figlie del mistero. La possente macchia pittorica tipica del barocco è ben presente e riconoscibile anche nelle opere di Giacomo Barboni, artista che vuol far convergere tecnica classica con soggetti ultra-pop: da sempre appassionato delle pellicole della serie “Fantozzi”, ne interpreta i protagonisti con una verve che mescola sapientemente il culto con la dissacrante ironia. Filini, Fantozzi, la signorina Silvani, Batacchi irrompono sulla scena come fossero icone sacre dalla forza taumaturgica.
La potente vena innovativa ed innovatrice dell'Arte si presenta dunque qui in tutta la sua vitale espressività. Limpido messaggio che si lascia assaporare con gusto intenso, dai conoisseurs come dai semplici amanti del Bello. Il ciclo continua dunque, della splendida Arte nuova per iniziare nel migliore dei modi questo XXII anno del XXI secolo.
(7 - 20 gennaio 2022)
L'inizio di un nuovo anno è il periodo delle speranze per eccellenza, colmo d'auspici e propositi. Ciò vale anche in ambito artistico e il titolo di questa rassegna palesemente lo dimostra: un anno nuovo per proporre (tanta e valida) Arte nuova.
La pittura di Mery's Art è sempre in bilico tra la neutralità del bianco e la festosa gioia del colore; soggetti prediletti le figure femminili, monumentali, assorte, fiere e determinate sembrano quasi materializzarsi dal nitore di fondo per mezzo pennellate rapide e sapienti che hanno anche il compito di caratterizzare il loro universo. Temi d'attualità, sentimenti, emozioni, questo interessa e comunica la pittrice e lo fa con uno stile inconfondibile che unisce, insieme, impeto e tenuità. Angela Matera ha creato un personaggio – Salomè – e l'ha fatta diventare la protagonista assoluta delle sue stampe: è una ragazza dai grandi occhi espressivi e dalla chioma corvina, dall'espressione vivace e dalle movenze sinuose. L'artista si è specializzata in alcune particolari tecniche di stampa in grado di offrire una vasta gamma di effetti, anche uscendo dalla bidimensionalità, che si integrano con il collage e la pittura, creando opere d'una unicità raffinata. La Donna come simbolo e paradigma, icona e allegoria di entità connaturate alla vita, su questo si basa la pittura di MAD; la banalità del male, la mancanza di rispetto – a 360 gradi - e la volontà di segnalare tutto ciò per combatterlo, ecco un'Arte di denuncia dove la pittrice si schiera ed alza la voce utilizzando il suo talento cristallino. Le figure sono effigiate con un realismo ed un pathos impressionante recando attributi immediatamente riconoscibili. La pittura spesso è anche omaggio e dichiarazione d'amore, questo è il caso di Francesca Sorbera, nella fattispecie nei confronti della Tuscia e di Viterbo in particolare: l'artista sceglie dei soggetti di rara bellezza e li traspone in pittura con un'attenzione al dettaglio degna d'un van Eyck e con effetti luministici che ricordano Signorini. Scorci d'architetture maestose intrise d'una bellezza secolare che ha visto passare papi e cardinali, condottieri e grandtouristes. Francesca Pinter rende un sincero ed accorato omaggio al paesaggio, in questo caso però si tratta di ampi sguardi verso l'elemento naturale, con solo lievi tracce del passaggio dell'uomo: la pittrice adora sperimentare partendo però dal dato figurativo e riconoscibile, il contorno a tratti è netto, a tratti sfumato, le cromie calibrate, la pennellata è delicatissima e ampia, a volte pare di scorgere dei graffi, delle abrasioni che pare interrompano una lirica uniformità. Lo stile di Antonio Dibennardo è un equilibrato connubio tra nuovi linguaggi espressivi e un ductus pittorico figlio del barocco: affascinato dai robusti chiaroscuri e dai lampi improvvisi di luce l'artista gioca sul dubbio e la scomposizione, le sue infatti sono opere che mostrano e celano, spiegano e tacciono. Interpreta soggetti classici come l'autoritratto o la natura morta con la luce del XVII secolo ma la corporeità del XXI, collega volti e mani ad azioni ed emozioni figlie del mistero. La possente macchia pittorica tipica del barocco è ben presente e riconoscibile anche nelle opere di Giacomo Barboni, artista che vuol far convergere tecnica classica con soggetti ultra-pop: da sempre appassionato delle pellicole della serie “Fantozzi”, ne interpreta i protagonisti con una verve che mescola sapientemente il culto con la dissacrante ironia. Filini, Fantozzi, la signorina Silvani, Batacchi irrompono sulla scena come fossero icone sacre dalla forza taumaturgica.
La potente vena innovativa ed innovatrice dell'Arte si presenta dunque qui in tutta la sua vitale espressività. Limpido messaggio che si lascia assaporare con gusto intenso, dai conoisseurs come dai semplici amanti del Bello. Il ciclo continua dunque, della splendida Arte nuova per iniziare nel migliore dei modi questo XXII anno del XXI secolo.
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