Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Risurrezioni artistiche"
(12 - 25 maggio 2021)
Rinascere, risorgere, ritrovarsi, ripartire, l'allitterazione per eccellenza di questo biennio “memorabile”. Tutto, pian piano, sta risorgendo, l'Arte (per fortuna) non fa certo eccezione: in realtà il mondo della creazione non s'è mai davvero fermato ma, dopo un fisiologico rallentamento ora è davvero pronto a risorgere.
Non c'è miglior risurrezione che quella del colore brillante, della gioia di rappresentare la bellezza delle piccole cose della vita, ecco che si ritrova proprio questo magistralmente esemplificato dalle opere di Tino Brugnotto: soggetti come la veduta urbana o l'ampio sguardo sui campi di grano con gli immancabili papaveri, sono rappresentati su tela come tanti piccoli frammenti di colori purissimi che vanno a ricomporsi in un immaginifico puzzle dal genuino ed irresistibile fascino. Colori invece più modulati e dagli accenti lirici quelli che Gilberto Sartori utilizza nelle sue rappresentazioni di soggetti che si possono assolutamente definire monumentali ed emozionanti: vedute al tramonto con dolci declivi sullo sfondo, la bellezza solenne d'un borgo antico con le sue solide costruzioni, accomunati da una luce delicata e misurata, che dona ai dipinti una sensazione di sereno equilibrio. Il dettaglio viene riprodotto con estrema cura, interagendo alla perfezione con le velature. Poetiche, fiabesche e ricche di suggestioni le opere di Licia Bertin, un'artista che traspone sulla tela o sulla tavola la propria profonda sensibilità: piccole figurine nell'immensità di un ambiente che induce quasi al sublime sembrano evocare sentimenti, sensazioni come - ad esempio - la spensieratezza o la preoccupazione del tempo che passa, la paura di perdersi o l'importanza delle radici. Opere che spiccano anche per un pulito ed impeccabile bilanciamento compositivo, oltre che per capacità di sintesi. Anche i dipinti di Stefano Guadagnoli hanno accenti fiabeschi, infatti evocano luoghi reali o fantastici intrisi d'una luce limpidissima e ultra nitida, quasi a voler evocare lo scenario ideale d'un racconto; le spazialità sono precise, la pennellata ha un che d'impressionista, i colori hanno una chiarezza inconfondibile – cifra stilistica tipica dell'artista. In queste opere viene naturale scorgere una tendenza ad interpretare la realtà con serena tranquillità, andando al di là del cupo grigiore dell'oggi. Fantasia pura, movimento, dinamismo, vitalità e libertà, questo (e molto altro) è ciò che possono suggerire sin dal primo sguardo le opere di Eleonora Brianese, un'artista che unisce in un connubio perfetto la magia scintillante del frammento vitreo col dinamico effetto 3D dell'acrilico. Una creatività davvero incontenibile quella di Brianese, che la spinge ad utilizzare anche altri materiali (fiori secchi, nastri, cordini) all'interno dei dipinti, i quali si configurano come l'autentico specchio delle proprie emozioni. Nei dipinti di Sara Stavla l'accento melodico del colore è delicato, quasi un concerto a quattro di piano, flauto, viola e oboe: l'artista utilizza con maestria i rosa, i celesti, i viola, i grigi e li distribuisce sulla superficie per campiture a tratti uniformi e a tratti contrastanti, dando vita a paesaggi ideali intrisi d'una calma quasi assoluta. Stavla mostra di prediligere la crettatura, rendendola con sottile eleganza lievemente venata dalle cromie che la circondano, dettagli di sublime unicità.
Non c'è che dire, la ricchezza di spunti delle opere di questa esposizione è forse il miglior segnale d'una risurrezione che lascia ben sperare. L'Arte oggi ha proprio bisogno di questo, di rinascere all'insegna di una bellezza in grado di arricchire spiritualmente e redimere l'intera umanità.
(12 - 25 maggio 2021)
Rinascere, risorgere, ritrovarsi, ripartire, l'allitterazione per eccellenza di questo biennio “memorabile”. Tutto, pian piano, sta risorgendo, l'Arte (per fortuna) non fa certo eccezione: in realtà il mondo della creazione non s'è mai davvero fermato ma, dopo un fisiologico rallentamento ora è davvero pronto a risorgere.
Non c'è miglior risurrezione che quella del colore brillante, della gioia di rappresentare la bellezza delle piccole cose della vita, ecco che si ritrova proprio questo magistralmente esemplificato dalle opere di Tino Brugnotto: soggetti come la veduta urbana o l'ampio sguardo sui campi di grano con gli immancabili papaveri, sono rappresentati su tela come tanti piccoli frammenti di colori purissimi che vanno a ricomporsi in un immaginifico puzzle dal genuino ed irresistibile fascino. Colori invece più modulati e dagli accenti lirici quelli che Gilberto Sartori utilizza nelle sue rappresentazioni di soggetti che si possono assolutamente definire monumentali ed emozionanti: vedute al tramonto con dolci declivi sullo sfondo, la bellezza solenne d'un borgo antico con le sue solide costruzioni, accomunati da una luce delicata e misurata, che dona ai dipinti una sensazione di sereno equilibrio. Il dettaglio viene riprodotto con estrema cura, interagendo alla perfezione con le velature. Poetiche, fiabesche e ricche di suggestioni le opere di Licia Bertin, un'artista che traspone sulla tela o sulla tavola la propria profonda sensibilità: piccole figurine nell'immensità di un ambiente che induce quasi al sublime sembrano evocare sentimenti, sensazioni come - ad esempio - la spensieratezza o la preoccupazione del tempo che passa, la paura di perdersi o l'importanza delle radici. Opere che spiccano anche per un pulito ed impeccabile bilanciamento compositivo, oltre che per capacità di sintesi. Anche i dipinti di Stefano Guadagnoli hanno accenti fiabeschi, infatti evocano luoghi reali o fantastici intrisi d'una luce limpidissima e ultra nitida, quasi a voler evocare lo scenario ideale d'un racconto; le spazialità sono precise, la pennellata ha un che d'impressionista, i colori hanno una chiarezza inconfondibile – cifra stilistica tipica dell'artista. In queste opere viene naturale scorgere una tendenza ad interpretare la realtà con serena tranquillità, andando al di là del cupo grigiore dell'oggi. Fantasia pura, movimento, dinamismo, vitalità e libertà, questo (e molto altro) è ciò che possono suggerire sin dal primo sguardo le opere di Eleonora Brianese, un'artista che unisce in un connubio perfetto la magia scintillante del frammento vitreo col dinamico effetto 3D dell'acrilico. Una creatività davvero incontenibile quella di Brianese, che la spinge ad utilizzare anche altri materiali (fiori secchi, nastri, cordini) all'interno dei dipinti, i quali si configurano come l'autentico specchio delle proprie emozioni. Nei dipinti di Sara Stavla l'accento melodico del colore è delicato, quasi un concerto a quattro di piano, flauto, viola e oboe: l'artista utilizza con maestria i rosa, i celesti, i viola, i grigi e li distribuisce sulla superficie per campiture a tratti uniformi e a tratti contrastanti, dando vita a paesaggi ideali intrisi d'una calma quasi assoluta. Stavla mostra di prediligere la crettatura, rendendola con sottile eleganza lievemente venata dalle cromie che la circondano, dettagli di sublime unicità.
Non c'è che dire, la ricchezza di spunti delle opere di questa esposizione è forse il miglior segnale d'una risurrezione che lascia ben sperare. L'Arte oggi ha proprio bisogno di questo, di rinascere all'insegna di una bellezza in grado di arricchire spiritualmente e redimere l'intera umanità.
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