Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Raccontami con l'Arte"
(21 aprile - 6 maggio 2023)
In ogni ambito del sapere il racconto riveste un ruolo fondamentale. Da esso si possono apprendere esperienze, concetti, episodi salienti e questo contribuisce sempre al vicendevole arricchimento interiore. Nel campo dell'Arte il racconto acquisisce anche l'imprescindibile componente del godimento estetico; unendo dunque Esperienza e Bellezza ecco che gli Artisti e le loro opere possono aprirsi, svelarsi, confrontarsi, contribuendo alla crescita spirituale di chi ad essi si rapporta.
I dipinti di Eugenio Giaccone sono caratterizzati da una spiccata vena comunicativa, raccontano infatti la smisurata passione che l'artista nutre nei confronti della nautica; ci si trova dinnanzi ad opere dove le protagoniste assolute sono le imbarcazioni durante le regate, le quali vengono rappresentate – alternativamente – in campo largo o da assai vicino, sottolineando dettagli suggestivi. Giaccone utilizza tele sovrapposte che sembrano ricordare le vele e l'utilizzo dei pigmenti amplifica l'incisività coloristica, autentici manifesti di un'attrazione irresistibile. Sonja Orasche ritrae figure femminili iconiche, dalle dive del cinema alle grandi personalità del mondo scientifico e spirituale, eterna il loro sembiante utilizzando un suggestivo espediente pittorico: suddividendo il primissimo piano del volto in strisce trasversali alternativamente bianche e nere dà l’impressione di un’immagine in composizione affiorante, effetto che maggiormente si coglie osservando dalla distanza, sia frontalmente che lateralmente. Il geniale effetto ricorda le foto patinate sui quotidiani degli anni ’50, ’60 e ‘70, uno stile neo Pop raffinatissimo. Dalle sfavillanti bellezze all’analisi delle più profonde interiorità, ecco dunque le opere di Verena Zangerle, dipinti dal sapore espressionista che hanno come obiettivo proprio l’indagine spirituale dei più reconditi meandri dell’animo femminile: figure dai tratti marcati, caricati e a tratti deformati, contorni spessi figli di pennellate vigorose e un collage sottile, “strategico”, riportano alla mente gli stilemi espressivi di un Kirchner o di un Nolde ma anche l’incisiva asciuttezza dell’arte tribale africana. Esplicitare in forme pittoriche i moti dell’animo, intento tanto nobile quanto sofferto. Differente il racconto artistico di Tina Müller, pittrice che si ispira alla natura e alla gioia di vivere creando opere in cui i colori e le forme trasmettono una serenità contagiosa intrisa di tenerezza: sagome di animaletti, oggetti o omini ricordano lo stile disegnativo dei bambini, le cromie sono rasserenanti e i giochi di dettagli insoliti e brevi scritte sembrano ricreare atmosfere fiabesche facendoci tornare – per un attimo – all’infanzia. Colore e materia sembrano a tratti giocare coi sensi e la grande danza di ricordi e sensazioni trasmette inconsciamente un placido benessere. Ammirando le opere di Alida Rettore non si può non notare immediatamente un’estrema eleganza nelle forme e sensibilità nella scelta dei colori; l’artista, dotata di un cristallino talento disegnativo, trae ispirazione dalla raffinatezza delle nature morte barocche scegliendo come soggetto due fiori iconici come il tulipano e la peonia. Utilizzando anche la sovrapposizione a collage di antiche tele, l’artista sembra guardare al passato ma con la volontà di proiettarsi nel futuro creando dei motivi decorativi in grado di focalizzare meglio e monumentalizzare un delicato e fragile fiore. Maya predilige il formato tondo per i suoi dipinti, una scelta strategica e funzionale, infatti in questo modo pare che l’osservatore guardi le scene effigiate come attraverso un oblò o da un pertugio: figure antropomorfe sembrano materializzarsi e sovrapporsi in un ipotetico scenario diviso in settori verticali, dove vige un’alternanza cromatica equilibrata che ne facilità l’individuazione. Si tratta di esseri che sembrano provenire dal mondo onirico, autentiche visioni foriere di messaggi criptici e misteriosi, creature dai contorni evanescenti tra espressionismo e furore michelangiolesco. Ammirando la sfaccettata complessità delle opere di Angelo Mastria si possono subito individuare i due cardini della produzione dell’artista ossia la Bellezza e l’Equilibrio: per tendere a questi nobili traguardi crea delle composizioni di forme rettilinee e curvilinee con la fondamentale presenza del cerchio, ensambles completati dalla presenza di cromie calibrate e perfettamente adattate alla tipologia formale. Nella tridimensionalità delle opere realizzate con legni multistrato il concerto di forme, motivi e colori sfiora il lirismo e l’originale genialità fa combaciare estetica e compostezza.
È stato proprio un immenso piacere poter ascoltare con gli occhi – in una ipotetica azione sinestetica – i racconti delle sette personalità artistiche presenti in questa rassegna. Con le loro opere sono riuscite ad instaurare dialoghi e confronti all’insegna dell’arricchimento spirituale. Chiunque s’accosti e s’avvicini alle opere esposte potrà percepire la forte vena comunicativa e narrativa delle stesse, abbeverandosi idealmente alla fonte della conoscenza e maturazione estetica.
(21 aprile - 6 maggio 2023)
In ogni ambito del sapere il racconto riveste un ruolo fondamentale. Da esso si possono apprendere esperienze, concetti, episodi salienti e questo contribuisce sempre al vicendevole arricchimento interiore. Nel campo dell'Arte il racconto acquisisce anche l'imprescindibile componente del godimento estetico; unendo dunque Esperienza e Bellezza ecco che gli Artisti e le loro opere possono aprirsi, svelarsi, confrontarsi, contribuendo alla crescita spirituale di chi ad essi si rapporta.
I dipinti di Eugenio Giaccone sono caratterizzati da una spiccata vena comunicativa, raccontano infatti la smisurata passione che l'artista nutre nei confronti della nautica; ci si trova dinnanzi ad opere dove le protagoniste assolute sono le imbarcazioni durante le regate, le quali vengono rappresentate – alternativamente – in campo largo o da assai vicino, sottolineando dettagli suggestivi. Giaccone utilizza tele sovrapposte che sembrano ricordare le vele e l'utilizzo dei pigmenti amplifica l'incisività coloristica, autentici manifesti di un'attrazione irresistibile. Sonja Orasche ritrae figure femminili iconiche, dalle dive del cinema alle grandi personalità del mondo scientifico e spirituale, eterna il loro sembiante utilizzando un suggestivo espediente pittorico: suddividendo il primissimo piano del volto in strisce trasversali alternativamente bianche e nere dà l’impressione di un’immagine in composizione affiorante, effetto che maggiormente si coglie osservando dalla distanza, sia frontalmente che lateralmente. Il geniale effetto ricorda le foto patinate sui quotidiani degli anni ’50, ’60 e ‘70, uno stile neo Pop raffinatissimo. Dalle sfavillanti bellezze all’analisi delle più profonde interiorità, ecco dunque le opere di Verena Zangerle, dipinti dal sapore espressionista che hanno come obiettivo proprio l’indagine spirituale dei più reconditi meandri dell’animo femminile: figure dai tratti marcati, caricati e a tratti deformati, contorni spessi figli di pennellate vigorose e un collage sottile, “strategico”, riportano alla mente gli stilemi espressivi di un Kirchner o di un Nolde ma anche l’incisiva asciuttezza dell’arte tribale africana. Esplicitare in forme pittoriche i moti dell’animo, intento tanto nobile quanto sofferto. Differente il racconto artistico di Tina Müller, pittrice che si ispira alla natura e alla gioia di vivere creando opere in cui i colori e le forme trasmettono una serenità contagiosa intrisa di tenerezza: sagome di animaletti, oggetti o omini ricordano lo stile disegnativo dei bambini, le cromie sono rasserenanti e i giochi di dettagli insoliti e brevi scritte sembrano ricreare atmosfere fiabesche facendoci tornare – per un attimo – all’infanzia. Colore e materia sembrano a tratti giocare coi sensi e la grande danza di ricordi e sensazioni trasmette inconsciamente un placido benessere. Ammirando le opere di Alida Rettore non si può non notare immediatamente un’estrema eleganza nelle forme e sensibilità nella scelta dei colori; l’artista, dotata di un cristallino talento disegnativo, trae ispirazione dalla raffinatezza delle nature morte barocche scegliendo come soggetto due fiori iconici come il tulipano e la peonia. Utilizzando anche la sovrapposizione a collage di antiche tele, l’artista sembra guardare al passato ma con la volontà di proiettarsi nel futuro creando dei motivi decorativi in grado di focalizzare meglio e monumentalizzare un delicato e fragile fiore. Maya predilige il formato tondo per i suoi dipinti, una scelta strategica e funzionale, infatti in questo modo pare che l’osservatore guardi le scene effigiate come attraverso un oblò o da un pertugio: figure antropomorfe sembrano materializzarsi e sovrapporsi in un ipotetico scenario diviso in settori verticali, dove vige un’alternanza cromatica equilibrata che ne facilità l’individuazione. Si tratta di esseri che sembrano provenire dal mondo onirico, autentiche visioni foriere di messaggi criptici e misteriosi, creature dai contorni evanescenti tra espressionismo e furore michelangiolesco. Ammirando la sfaccettata complessità delle opere di Angelo Mastria si possono subito individuare i due cardini della produzione dell’artista ossia la Bellezza e l’Equilibrio: per tendere a questi nobili traguardi crea delle composizioni di forme rettilinee e curvilinee con la fondamentale presenza del cerchio, ensambles completati dalla presenza di cromie calibrate e perfettamente adattate alla tipologia formale. Nella tridimensionalità delle opere realizzate con legni multistrato il concerto di forme, motivi e colori sfiora il lirismo e l’originale genialità fa combaciare estetica e compostezza.
È stato proprio un immenso piacere poter ascoltare con gli occhi – in una ipotetica azione sinestetica – i racconti delle sette personalità artistiche presenti in questa rassegna. Con le loro opere sono riuscite ad instaurare dialoghi e confronti all’insegna dell’arricchimento spirituale. Chiunque s’accosti e s’avvicini alle opere esposte potrà percepire la forte vena comunicativa e narrativa delle stesse, abbeverandosi idealmente alla fonte della conoscenza e maturazione estetica.
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