Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Austriaci in Friuli"
(9 - 22 luglio 2021)
Avere l'opportunità di accogliere ed esporre le opere di artiste ed artisti provenienti dalla vicina Austria è un onore ed un privilegio. Tutto rigorosamente nel segno dell'amicizia e della vicinanza, geografica e culturale, che lega la nazione alpina al Friuli (che per circa cinquant'anni fu una provincia del suo passato impero).
Le opere di Elisabeth Deutsch sono caratterizzate da una poliedricità cromatica e stilistica che rispecchia la complessità e la ricchezza di stimoli che l'artista sempre ricerca: partendo dal figurativo finisce per sintetizzare fino all'astrazione, i colori – vigorosi e accostati per aree compatte – si alternano a tratti filiformi scuri, scritte, collages. Soggetti e scene che a tratti possono ricordare il miglior Basquiat ma con una punta di Art Brut bilanciato da un equilibrio notevole. Volti giganti dagli occhioni spalancati sul mondo, espressività curiose e tenere vengono suggerite dai dipinti di Margot Holzapfel, un'artista cui l'immediatezza e liquidità dell'acquerello sono rimaste ben impresse; pur non dipingendo con quella tecnica, la pennellata colante e delicata sembra in equilibrio tra il candore e la cromia e i soggetti vengono delineati con una sintesi espressiva assai potente. Tutto è mimica, tutto è suggestione sentimentale, tutto è gioco di sguardi. La forza d'un legame, la leggerezza d'un corpo sciolto nella danza e l'energia evocativa d'un gesto, la padronanza tecnica al servizio dell'ispirazione, questo evocano i dipinti di Zvezdana Remic, un'artista che dimostra una totale sicurezza nei propri mezzi: non teme infatti di misurarsi con tecniche e cromie anche insolite, con giochi di luce superficiali delicati e raffinati ma senza mai scordare la precisione e l'esattezza, caratteristiche assolutamente evidenti osservando attentamente fin nel minimo dettaglio. Monumentali e pervasi di creatività i ritratti di Dalila Mudura colpiscono con i loro colori pastosi e contrastanti, tinte che sono ulteriormente arricchite da giochi superficiali materici o dall'inserimento di elementi alieni a collage: ci si trova dinnanzi a figure femminili potenti, che evocano simbologie spirituali e psicologiche in cui la mimica tende a stabilire un silente dialogo con lo spettatore. Un autentico inno alle mille sfumature che possono essere colte in uno sguardo e alla gioiosa complessità dell'umanità. Accurati e vicinissimi al dato naturale i ritratti di Patricia Jaqueline, un'artista che si approccia alla rappresentazione degli animali con un'impostazione scientifica: precisione, resa vibrante dei dettagli e grande sensibilità nel cogliere le peculiari espressioni dell'esemplare effigiato: lo stupore quasi simpatico di un tarsio spettro, la maestosa eleganza del lupo e la straniante imperturbabilità di una rana si riverberano sulla carta come fossero catturate dall'obbiettivo della fototrappola. Colori vibranti ed effetti superficiali potenti sono i tratti distintivi dei dipinti di Marijana Vukovic, opere che hanno il dono di sprigionare emozioni forti ed immediate; il sensibile osservatore che avvicinandosi avrà modo di scrutarle con la massima attenzione si sentirà come pervaso da una forza attrattiva invisibile e misteriosa. La volontà di trasformare l'arte in un'autentica terapia è in questo caso evidente e, anche senza dirlo apertamente, con il giusto cuore lo si può ben percepire. Il colore come forza ed energia positiva, la dinamicità di masse cromatiche che possono trasformarsi praticamente in ogni elemento, Peter Daurer vive per questo e riesce a raccontarlo con una naturalezza straordinaria per mezzo delle sue opere: che scelga di utilizzare il rullo, la spatola semplice o quelle più particolari sempre sarà in grado di dar vita a un inno alla vita. Vita come gioia, energia e fratellanza universale, un messaggio bellissimo che viene veicolato da forme e colori con una sincerità figlia della naturalezza. All'opposto si trova la pittura della tragicità, del racconto terribile, quella di Sahf Abdulrahman: l'artista infatti rende col suo peculiare linguaggio pittorico tutti gli orrori della guerra civile siriana e lo fa nella maniera più diretta e struggente possibile. Non c'è posto per il colore, bastano il bianco ed il nero – come vita e morte – e i tanti volti e corpi martoriati e sepolti tra le macerie sono pienamente riconoscibili a istinto, permettendo l'immediata riflessione a chi è dotato di sensibilità ed empatia.
Una mostra dunque che accoglie otto visioni artistiche decisamente differenti l'una dall'altra ma assolutamente complementari. Convivono gioia e dolore, vivaci policromie ed essenzialità, praticamente una rappresentazione in piccolo della scena artistica austriaca contemporanea. Un onore, come affermato sopra, poter mostrare al pubblico friulano queste eccezionali opere, nella speranza che esse possano portare all'acuto osservatore ulteriori arricchimenti e spunti di costruttive riflessioni.
(9 - 22 luglio 2021)
Avere l'opportunità di accogliere ed esporre le opere di artiste ed artisti provenienti dalla vicina Austria è un onore ed un privilegio. Tutto rigorosamente nel segno dell'amicizia e della vicinanza, geografica e culturale, che lega la nazione alpina al Friuli (che per circa cinquant'anni fu una provincia del suo passato impero).
Le opere di Elisabeth Deutsch sono caratterizzate da una poliedricità cromatica e stilistica che rispecchia la complessità e la ricchezza di stimoli che l'artista sempre ricerca: partendo dal figurativo finisce per sintetizzare fino all'astrazione, i colori – vigorosi e accostati per aree compatte – si alternano a tratti filiformi scuri, scritte, collages. Soggetti e scene che a tratti possono ricordare il miglior Basquiat ma con una punta di Art Brut bilanciato da un equilibrio notevole. Volti giganti dagli occhioni spalancati sul mondo, espressività curiose e tenere vengono suggerite dai dipinti di Margot Holzapfel, un'artista cui l'immediatezza e liquidità dell'acquerello sono rimaste ben impresse; pur non dipingendo con quella tecnica, la pennellata colante e delicata sembra in equilibrio tra il candore e la cromia e i soggetti vengono delineati con una sintesi espressiva assai potente. Tutto è mimica, tutto è suggestione sentimentale, tutto è gioco di sguardi. La forza d'un legame, la leggerezza d'un corpo sciolto nella danza e l'energia evocativa d'un gesto, la padronanza tecnica al servizio dell'ispirazione, questo evocano i dipinti di Zvezdana Remic, un'artista che dimostra una totale sicurezza nei propri mezzi: non teme infatti di misurarsi con tecniche e cromie anche insolite, con giochi di luce superficiali delicati e raffinati ma senza mai scordare la precisione e l'esattezza, caratteristiche assolutamente evidenti osservando attentamente fin nel minimo dettaglio. Monumentali e pervasi di creatività i ritratti di Dalila Mudura colpiscono con i loro colori pastosi e contrastanti, tinte che sono ulteriormente arricchite da giochi superficiali materici o dall'inserimento di elementi alieni a collage: ci si trova dinnanzi a figure femminili potenti, che evocano simbologie spirituali e psicologiche in cui la mimica tende a stabilire un silente dialogo con lo spettatore. Un autentico inno alle mille sfumature che possono essere colte in uno sguardo e alla gioiosa complessità dell'umanità. Accurati e vicinissimi al dato naturale i ritratti di Patricia Jaqueline, un'artista che si approccia alla rappresentazione degli animali con un'impostazione scientifica: precisione, resa vibrante dei dettagli e grande sensibilità nel cogliere le peculiari espressioni dell'esemplare effigiato: lo stupore quasi simpatico di un tarsio spettro, la maestosa eleganza del lupo e la straniante imperturbabilità di una rana si riverberano sulla carta come fossero catturate dall'obbiettivo della fototrappola. Colori vibranti ed effetti superficiali potenti sono i tratti distintivi dei dipinti di Marijana Vukovic, opere che hanno il dono di sprigionare emozioni forti ed immediate; il sensibile osservatore che avvicinandosi avrà modo di scrutarle con la massima attenzione si sentirà come pervaso da una forza attrattiva invisibile e misteriosa. La volontà di trasformare l'arte in un'autentica terapia è in questo caso evidente e, anche senza dirlo apertamente, con il giusto cuore lo si può ben percepire. Il colore come forza ed energia positiva, la dinamicità di masse cromatiche che possono trasformarsi praticamente in ogni elemento, Peter Daurer vive per questo e riesce a raccontarlo con una naturalezza straordinaria per mezzo delle sue opere: che scelga di utilizzare il rullo, la spatola semplice o quelle più particolari sempre sarà in grado di dar vita a un inno alla vita. Vita come gioia, energia e fratellanza universale, un messaggio bellissimo che viene veicolato da forme e colori con una sincerità figlia della naturalezza. All'opposto si trova la pittura della tragicità, del racconto terribile, quella di Sahf Abdulrahman: l'artista infatti rende col suo peculiare linguaggio pittorico tutti gli orrori della guerra civile siriana e lo fa nella maniera più diretta e struggente possibile. Non c'è posto per il colore, bastano il bianco ed il nero – come vita e morte – e i tanti volti e corpi martoriati e sepolti tra le macerie sono pienamente riconoscibili a istinto, permettendo l'immediata riflessione a chi è dotato di sensibilità ed empatia.
Una mostra dunque che accoglie otto visioni artistiche decisamente differenti l'una dall'altra ma assolutamente complementari. Convivono gioia e dolore, vivaci policromie ed essenzialità, praticamente una rappresentazione in piccolo della scena artistica austriaca contemporanea. Un onore, come affermato sopra, poter mostrare al pubblico friulano queste eccezionali opere, nella speranza che esse possano portare all'acuto osservatore ulteriori arricchimenti e spunti di costruttive riflessioni.
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