Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Espressività illimitata"
(26 giugno - 9 luglio 2020)
Porre limiti al potenziale espressivo di un artista è un autentico crimine. L'espressività deve essere sempre rigorosamente illimitata e soddisfare l'intima ispirazione del creatore/creatrice d'Arte. Ciò che è frutto della sublime sensibilità dell'animo dell'artista nasce, cresce, vive e rimarrà sempre privo di vincoli.
Giovanni Orsettigh presenta degli accattivanti ritratti dallo stile ultra pop in cui i livelli delle curve del bianco/nero delineano alla perfezione l'espressività d'un volto, l'unicità d'una posa; con maestria aggiunge poi il colore, con tocchi rapidi e d'una calibrata delicatezza. Ci si trova dinnanzi ad opere attraenti ed accattivanti, omaggi sentiti a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e della musica, dipinti che nascono da una passione infinita. Il colore ed il simbolismo, espressionismo ed unicità, ecco ciò che evocano i dipinti di Bojan Bensa: il maestro sloveno sceglie cromie vivissime e una pennellata densa e pastosa, deliziosi i riferimenti alla cultura orientale e ai paesaggi africani, nelle sue opere si percepisce un grande amore per la natura, la libertà e si possono riconoscere delle vicinanze stilistiche con Franz Marc e Maurice de Vlaminck. Gli oli di Bensa comunicano un senso di pace interiore ed equilibrio ma anche una grande gioia di vivere. Le vedute di JARU sono anch'esse ricolme di felicità e stupore, si configurano come il racconto di un animo viaggiatore sempre pronto a sorprendersi dopo aver notato qualcosa di stupendo: colori brillanti e i pennelli come tante piccole go-pro lì a voler catturare lo svolgersi dell'istante, il cuore che attiva il cervello per indurlo al benessere. Siano notturni, diurni, all'alba o al tramonto, gli scenari presentati da JARU sono un inno alla meraviglia. Microcosmi, sì, le opere di Roberta Mello Teggia possono assolutamente ritenersi tali: coesistono infatti, nel breve spazio d'un foglio, il disegno, la pittura, la musica e la poesia. Con sensibilità e delicatezza incredibili l'artista crea delle composizioni multidisciplinari e polisemiche che catturano lo sguardo del visitatore proiettandolo in un viaggio fantastico, intenso e sconfinato alla scoperta di mondi reali ma al tempo stesso anche fiabeschi. Talento, ironia, coraggio, queste tre doti contraddistinguono alla perfezione Giacomo Barboni, un artista che si ispira ad un gigante del passato – Caravaggio – e lo declina con tutta la sagace leggerezza del pop italiano: la tecnica è l'olio classico, le campiture di colore, le ombre, l'espressività dei soggetti sono proprio quelle della “pittura della realtà”, solo che al posto di popolani e cortigiane troviamo addirittura la famiglia Fantozzi al gran completo. Sublime genialità.
I limiti sono stati concepiti per ambiti diversi da quello artistico e creativo; sono necessari per vivere sereni ed in sicurezza ma se si parla d'Arte essi non devono esistere. I cinque artisti qui presenti e le loro splendide opere – con disarmante naturalezza - lo hanno palesemente dimostrato.
(26 giugno - 9 luglio 2020)
Porre limiti al potenziale espressivo di un artista è un autentico crimine. L'espressività deve essere sempre rigorosamente illimitata e soddisfare l'intima ispirazione del creatore/creatrice d'Arte. Ciò che è frutto della sublime sensibilità dell'animo dell'artista nasce, cresce, vive e rimarrà sempre privo di vincoli.
Giovanni Orsettigh presenta degli accattivanti ritratti dallo stile ultra pop in cui i livelli delle curve del bianco/nero delineano alla perfezione l'espressività d'un volto, l'unicità d'una posa; con maestria aggiunge poi il colore, con tocchi rapidi e d'una calibrata delicatezza. Ci si trova dinnanzi ad opere attraenti ed accattivanti, omaggi sentiti a personaggi che hanno fatto la storia del cinema e della musica, dipinti che nascono da una passione infinita. Il colore ed il simbolismo, espressionismo ed unicità, ecco ciò che evocano i dipinti di Bojan Bensa: il maestro sloveno sceglie cromie vivissime e una pennellata densa e pastosa, deliziosi i riferimenti alla cultura orientale e ai paesaggi africani, nelle sue opere si percepisce un grande amore per la natura, la libertà e si possono riconoscere delle vicinanze stilistiche con Franz Marc e Maurice de Vlaminck. Gli oli di Bensa comunicano un senso di pace interiore ed equilibrio ma anche una grande gioia di vivere. Le vedute di JARU sono anch'esse ricolme di felicità e stupore, si configurano come il racconto di un animo viaggiatore sempre pronto a sorprendersi dopo aver notato qualcosa di stupendo: colori brillanti e i pennelli come tante piccole go-pro lì a voler catturare lo svolgersi dell'istante, il cuore che attiva il cervello per indurlo al benessere. Siano notturni, diurni, all'alba o al tramonto, gli scenari presentati da JARU sono un inno alla meraviglia. Microcosmi, sì, le opere di Roberta Mello Teggia possono assolutamente ritenersi tali: coesistono infatti, nel breve spazio d'un foglio, il disegno, la pittura, la musica e la poesia. Con sensibilità e delicatezza incredibili l'artista crea delle composizioni multidisciplinari e polisemiche che catturano lo sguardo del visitatore proiettandolo in un viaggio fantastico, intenso e sconfinato alla scoperta di mondi reali ma al tempo stesso anche fiabeschi. Talento, ironia, coraggio, queste tre doti contraddistinguono alla perfezione Giacomo Barboni, un artista che si ispira ad un gigante del passato – Caravaggio – e lo declina con tutta la sagace leggerezza del pop italiano: la tecnica è l'olio classico, le campiture di colore, le ombre, l'espressività dei soggetti sono proprio quelle della “pittura della realtà”, solo che al posto di popolani e cortigiane troviamo addirittura la famiglia Fantozzi al gran completo. Sublime genialità.
I limiti sono stati concepiti per ambiti diversi da quello artistico e creativo; sono necessari per vivere sereni ed in sicurezza ma se si parla d'Arte essi non devono esistere. I cinque artisti qui presenti e le loro splendide opere – con disarmante naturalezza - lo hanno palesemente dimostrato.
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