Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"SfaccettArte"
(18 febbraio - 3 marzo 2022)
Tutte le entità dotate di complessità sono composte da molteplici parti. Piccole o grandi che siano esse vanno a costituire un insieme coeso spesso intriso d'un fascino irresistibile. Questo è anche il caso di talune opere d'Arte, il frutto concreto dell'avvicinamento ragionato di molte sfaccettature. Dedicare un'esposizione a opere di tale tipologia è un'operazione, al tempo stesso, complessa e coraggiosa.
Nei dipinti di Sonia Martini l'elemento cromatico e formale costituisce la prima essenza della rappresentazione della Natura: la giustapposizione di elementi cromatici spesso puri e dal carattere incisivo, in forme allungate e appuntite, delinea atmosfere vivaci e fantasiose dove è sempre ben riconoscibile l'elemento floreale o arboreo. Qui tutto è sfaccettatura, tutto è un comporsi e scomporsi all'insegna dell'equilibrio e della piacevolezza, donando un senso di estrema gioiosa vitalità. Anche Alessandra Mian parte dalla Natura per esplorare il tema della complessità nella semplicità: la pittrice sceglie di indagare un fiore in particolare, la peonia, e lo fa con uno stile estremamente delicato e sensibile, rappresentando una realtà ravvicinata illuminata da una luce tenue e soffusa. Le sue pennellate sembrano carezze e la loro consistenza si può tranquillamente definire soffice, le mille pieghe dei petali di peonia sono riflessi dolcemente complicati. Renata Ghiazza si sofferma sull'eterna dinamica mutevolezza dell'onda, un elemento sempre riconducibile al mondo naturale che affascina per forza e unicità; l'artista, conscia che non ci saranno mai due onde identiche, decide di rappresentarne alcune per mezzo di pennellate dense e pastose, andando a ricreare l'effetto della dinamicità dei flutti e di riprodurre in dettaglio alcuni particolari dell'opera. Il maroso e un suo elemento, dal generale al particolare. Allegre, festose, complesse, ironiche e dinamiche, così si possono definire le personografie e digitografie di Enrico Tubertini: ci si trova dinnanzi ad un autentico turbine di forme e figure che sono l'elemento cardine della rappresentazione, l'artista utilizza il digitale e la reiterazione dei succitati elementi sostituisce il tratto o la cromia. Ogni opera è costituita solamente da riferimenti legati al soggetto, essi vengono reiterati a regola d'arte per stupire e meravigliare ricreando una nuova realtà. Quasi all'opposto i dipinti di Paolo Pallara presentano una sintesi formale che s'avvicina al minimalismo: quelli proposti dall'artista sono diversi equilibri, nati da sperimentazioni e cambi di prospettiva. La volontà di conciliare la riconoscibilità figurativa con la libertà compositiva dell'informale dà vita ad autentiche sfaccettature che coincidono perfettamente all'insegna della naturalezza e dell'originalità in un percorso attraente ed accattivante. Sensibilità e volontà d'introspezione, viaggi emozionali intensi, suggeriscono questo sin dal primo sguardo le opere di Marco Pierini: il pittore si concentra sul volto e la sua espressività, il classico “specchio dell'anima” in grado di mostrare tutta la sfaccettata complessità di ciò che il soggetto intimamente prova. Questa indagine è compiuta con talento e delicatezza, con eccezionale cura del dettaglio e volontà di mantenersi sempre sincero e perfettamente leggibile.
Come s'è visto ogni artista indaga in maniera assolutamente personale ed originale il tema della complessità. Attenzione però, ciò che all'apparenza può mostrarsi come sfaccettato spesso veicola un messaggio di naturale comprensibilità. Alla sensibilità dell'osservatore il compito della codifica.
(18 febbraio - 3 marzo 2022)
Tutte le entità dotate di complessità sono composte da molteplici parti. Piccole o grandi che siano esse vanno a costituire un insieme coeso spesso intriso d'un fascino irresistibile. Questo è anche il caso di talune opere d'Arte, il frutto concreto dell'avvicinamento ragionato di molte sfaccettature. Dedicare un'esposizione a opere di tale tipologia è un'operazione, al tempo stesso, complessa e coraggiosa.
Nei dipinti di Sonia Martini l'elemento cromatico e formale costituisce la prima essenza della rappresentazione della Natura: la giustapposizione di elementi cromatici spesso puri e dal carattere incisivo, in forme allungate e appuntite, delinea atmosfere vivaci e fantasiose dove è sempre ben riconoscibile l'elemento floreale o arboreo. Qui tutto è sfaccettatura, tutto è un comporsi e scomporsi all'insegna dell'equilibrio e della piacevolezza, donando un senso di estrema gioiosa vitalità. Anche Alessandra Mian parte dalla Natura per esplorare il tema della complessità nella semplicità: la pittrice sceglie di indagare un fiore in particolare, la peonia, e lo fa con uno stile estremamente delicato e sensibile, rappresentando una realtà ravvicinata illuminata da una luce tenue e soffusa. Le sue pennellate sembrano carezze e la loro consistenza si può tranquillamente definire soffice, le mille pieghe dei petali di peonia sono riflessi dolcemente complicati. Renata Ghiazza si sofferma sull'eterna dinamica mutevolezza dell'onda, un elemento sempre riconducibile al mondo naturale che affascina per forza e unicità; l'artista, conscia che non ci saranno mai due onde identiche, decide di rappresentarne alcune per mezzo di pennellate dense e pastose, andando a ricreare l'effetto della dinamicità dei flutti e di riprodurre in dettaglio alcuni particolari dell'opera. Il maroso e un suo elemento, dal generale al particolare. Allegre, festose, complesse, ironiche e dinamiche, così si possono definire le personografie e digitografie di Enrico Tubertini: ci si trova dinnanzi ad un autentico turbine di forme e figure che sono l'elemento cardine della rappresentazione, l'artista utilizza il digitale e la reiterazione dei succitati elementi sostituisce il tratto o la cromia. Ogni opera è costituita solamente da riferimenti legati al soggetto, essi vengono reiterati a regola d'arte per stupire e meravigliare ricreando una nuova realtà. Quasi all'opposto i dipinti di Paolo Pallara presentano una sintesi formale che s'avvicina al minimalismo: quelli proposti dall'artista sono diversi equilibri, nati da sperimentazioni e cambi di prospettiva. La volontà di conciliare la riconoscibilità figurativa con la libertà compositiva dell'informale dà vita ad autentiche sfaccettature che coincidono perfettamente all'insegna della naturalezza e dell'originalità in un percorso attraente ed accattivante. Sensibilità e volontà d'introspezione, viaggi emozionali intensi, suggeriscono questo sin dal primo sguardo le opere di Marco Pierini: il pittore si concentra sul volto e la sua espressività, il classico “specchio dell'anima” in grado di mostrare tutta la sfaccettata complessità di ciò che il soggetto intimamente prova. Questa indagine è compiuta con talento e delicatezza, con eccezionale cura del dettaglio e volontà di mantenersi sempre sincero e perfettamente leggibile.
Come s'è visto ogni artista indaga in maniera assolutamente personale ed originale il tema della complessità. Attenzione però, ciò che all'apparenza può mostrarsi come sfaccettato spesso veicola un messaggio di naturale comprensibilità. Alla sensibilità dell'osservatore il compito della codifica.
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