Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"A di astrattismo, I in informale"
(23 giugno - 6 luglio 2023)
Si può a ragione affermare che l'astrattismo prima e l'informale poi hanno cambiato per sempre la storia dell'Arte. Ancora oggi è palese e tangibile il contributo rivoluzionario che Vasilij Kandinskij, Mark Rothko e Jackson Pollock hanno fornito al panorama delle arti visive e, più in generale, all'intera umanità. Risulta doveroso ad oggi fermarsi ad osservare, vedere quanta strada s'è fatta e a quali esiti contenutistici, ideologici e formali si è giunti. Eccoci dunque giunti al focus di questa rassegna, uno sguardo ravvicinato su alcune interpretazioni dell'arte astratta e informale: sette punti di vista diversi che s'avvicinano e confrontano all'insegna della narrazione e dell'arricchimento reciproco.
La pittura di Alessandro Patrone è un'autentica esplosione di colori, l'artista infatti affronta con impeto ed energia la tela arricchendola di nuclei cromatici dalla generosa consistenza; le tinte si sovrappongono, s'avvicinano e diversi toni finiscono per mescolarsi dando vita a composizioni dalle superfici mosse e vibranti, dove la pennellata ed il colpo dell'artista (anche violento) s'intravedono nettamente. A luce radente i contrasti luministici s'uniscono all'abile mescola dei colori e s'assiste al miracolo della vita: ecco comparire fiori, fuochi d'artificio, bagliori urbani. La ricerca di Rüdiger Nicht verte essenzialmente sul passaggio graduale tra forme tangibili e sintesi informali: partendo da una serie di immagini parzialmente riconoscibili, l'artista immagina le tappe successive che portano a una scomposizione, sfocatura, perdita dei contorni per arrivare infine alla nascita di una nuova realtà, frutto di un attento e graduale arrivo al traguardo dell'informale (in questo caso letterale, ovvero perdita di forma riconoscibile). Nicht si dimostra artista sensibile ed accurato, delicato sia nella scelta che nell'intensità cromatica. Vicina a questa impostazione e ricerca è anche Barbara Zeiselmeier, pittrice dal tocco sensibile e dotata di un'ammirevole capacità di resa emozionale dei soggetti; l'artista riduce il numero delle tinte e predilige linee e volumi morbidi, la sintesi cromatico-formale è perfetta e bilanciata e dinnanzi ad ogni dipinto si percepisce forte e chiara un'irresistibile forza interiore. Nei cicli dell'artista si legge – contemporaneamente - sia l'evoluzione dinamica che una statica unicità, un hic et nunc che però si collega a un ipotetico futuro dove forme e colori s'invertono per conquistarci. Sintesi ed equilibrio in pittura spesso vanno di pari passo, obiettivo dell'artista è raggiungerli; osservando le opere di Erna Klaus si percepisce nettamente che l'agognato binomio cromatico-formale fa parte da tempo del suo bagaglio tecnico: con un numero limitato di raffinati e contrastanti colori riesce a delineare realtà fantastiche, a metà strada tra il sogno ed il viaggio, rappresentazioni di una fantasia gioiosa che vive l'arte come la più bella e irrinunciabile delle esperienze. Non secondaria anche la dimensione storico/giocosa, con forme ed atmosfere evocative dagli inaspettati rimandi. Energica, positiva, dinamica, con questo trittico d'aggettivi si può descrivere la pittura di Sladjana Häsele, artista che vive l'arte come una sincera e libera espressione dei propri sentimenti, la sua infatti è una pittura-specchio in cui si può leggere – nelle scelte cromatiche, tecniche ed espressive – il turbine emozionale che ha generato ogni singola opera. Dato che nascono da sentimenti e circostanze differenti, s'assiste ad un'unicità totale, raro trovare rassomiglianze tra due distinti dipinti, tutte raccontano un attimo di vita e lo fanno con ammirevole sincerità ed immediatezza. È indubbio che Stefano Bassutti si è approcciato all'astrattismo in maniera storico-scientifica andando a studiarne la genesi, i primi sviluppi e cercando di assimilarne l'originario spirito rivoluzionario; ecco dunque le composizioni musicali e ritmiche di Kandinskij, le volumetrie dinamiche di un Balla post futurista, le raffinate forme circolari danzanti di Manlio Rho assimilate e fatte proprie dal talento dell'artista che dimostra sicurezza e padronanza nel tratto unita ad un'innata eleganza. Punti, linee e superfici danzano in punta di piedi sulle note d'un maestoso concerto d'archi. Dinnanzi alle opere di Licia Fusai non si può che rimanere meravigliati, uno stupore che solo l'unicità riesce a regalare: l'artista crea utilizzando come elementi essenziali semi, spezie, foglie sminuzzate, frutti, i doni che la Natura elargisce con infinita generosità. Il colore accoglie e fa da sfondo alle volumetrie degli ingredienti naturali, ogni opera racconta una storia e lascia che siano le cromie, i profumi, le suggestioni a suggerire il viaggio che l'artista vuole farci compiere. Fondamentale l'interazione tra colore ed essenza, un codice da decifrare col puro istinto, entrando in risonanza con l'animo dell'artista.
Prospettive, punti di vista, esperienze, suggestioni, modelli, ricerca, parole e concetti che sono connaturati con la sensibilità creativa dell'astrattismo e dell'informale. Due filoni stilistici dell'arte non figurativa che si prestano a soluzioni espressive infinite ed illimitate. Ricchezza e varietà trasfigurate nell'Arte, nel segno di una rivoluzione che ha cambiato (e sta ancora cambiando) per sempre la storia dell'Arte (e dell'umanità).
(23 giugno - 6 luglio 2023)
Si può a ragione affermare che l'astrattismo prima e l'informale poi hanno cambiato per sempre la storia dell'Arte. Ancora oggi è palese e tangibile il contributo rivoluzionario che Vasilij Kandinskij, Mark Rothko e Jackson Pollock hanno fornito al panorama delle arti visive e, più in generale, all'intera umanità. Risulta doveroso ad oggi fermarsi ad osservare, vedere quanta strada s'è fatta e a quali esiti contenutistici, ideologici e formali si è giunti. Eccoci dunque giunti al focus di questa rassegna, uno sguardo ravvicinato su alcune interpretazioni dell'arte astratta e informale: sette punti di vista diversi che s'avvicinano e confrontano all'insegna della narrazione e dell'arricchimento reciproco.
La pittura di Alessandro Patrone è un'autentica esplosione di colori, l'artista infatti affronta con impeto ed energia la tela arricchendola di nuclei cromatici dalla generosa consistenza; le tinte si sovrappongono, s'avvicinano e diversi toni finiscono per mescolarsi dando vita a composizioni dalle superfici mosse e vibranti, dove la pennellata ed il colpo dell'artista (anche violento) s'intravedono nettamente. A luce radente i contrasti luministici s'uniscono all'abile mescola dei colori e s'assiste al miracolo della vita: ecco comparire fiori, fuochi d'artificio, bagliori urbani. La ricerca di Rüdiger Nicht verte essenzialmente sul passaggio graduale tra forme tangibili e sintesi informali: partendo da una serie di immagini parzialmente riconoscibili, l'artista immagina le tappe successive che portano a una scomposizione, sfocatura, perdita dei contorni per arrivare infine alla nascita di una nuova realtà, frutto di un attento e graduale arrivo al traguardo dell'informale (in questo caso letterale, ovvero perdita di forma riconoscibile). Nicht si dimostra artista sensibile ed accurato, delicato sia nella scelta che nell'intensità cromatica. Vicina a questa impostazione e ricerca è anche Barbara Zeiselmeier, pittrice dal tocco sensibile e dotata di un'ammirevole capacità di resa emozionale dei soggetti; l'artista riduce il numero delle tinte e predilige linee e volumi morbidi, la sintesi cromatico-formale è perfetta e bilanciata e dinnanzi ad ogni dipinto si percepisce forte e chiara un'irresistibile forza interiore. Nei cicli dell'artista si legge – contemporaneamente - sia l'evoluzione dinamica che una statica unicità, un hic et nunc che però si collega a un ipotetico futuro dove forme e colori s'invertono per conquistarci. Sintesi ed equilibrio in pittura spesso vanno di pari passo, obiettivo dell'artista è raggiungerli; osservando le opere di Erna Klaus si percepisce nettamente che l'agognato binomio cromatico-formale fa parte da tempo del suo bagaglio tecnico: con un numero limitato di raffinati e contrastanti colori riesce a delineare realtà fantastiche, a metà strada tra il sogno ed il viaggio, rappresentazioni di una fantasia gioiosa che vive l'arte come la più bella e irrinunciabile delle esperienze. Non secondaria anche la dimensione storico/giocosa, con forme ed atmosfere evocative dagli inaspettati rimandi. Energica, positiva, dinamica, con questo trittico d'aggettivi si può descrivere la pittura di Sladjana Häsele, artista che vive l'arte come una sincera e libera espressione dei propri sentimenti, la sua infatti è una pittura-specchio in cui si può leggere – nelle scelte cromatiche, tecniche ed espressive – il turbine emozionale che ha generato ogni singola opera. Dato che nascono da sentimenti e circostanze differenti, s'assiste ad un'unicità totale, raro trovare rassomiglianze tra due distinti dipinti, tutte raccontano un attimo di vita e lo fanno con ammirevole sincerità ed immediatezza. È indubbio che Stefano Bassutti si è approcciato all'astrattismo in maniera storico-scientifica andando a studiarne la genesi, i primi sviluppi e cercando di assimilarne l'originario spirito rivoluzionario; ecco dunque le composizioni musicali e ritmiche di Kandinskij, le volumetrie dinamiche di un Balla post futurista, le raffinate forme circolari danzanti di Manlio Rho assimilate e fatte proprie dal talento dell'artista che dimostra sicurezza e padronanza nel tratto unita ad un'innata eleganza. Punti, linee e superfici danzano in punta di piedi sulle note d'un maestoso concerto d'archi. Dinnanzi alle opere di Licia Fusai non si può che rimanere meravigliati, uno stupore che solo l'unicità riesce a regalare: l'artista crea utilizzando come elementi essenziali semi, spezie, foglie sminuzzate, frutti, i doni che la Natura elargisce con infinita generosità. Il colore accoglie e fa da sfondo alle volumetrie degli ingredienti naturali, ogni opera racconta una storia e lascia che siano le cromie, i profumi, le suggestioni a suggerire il viaggio che l'artista vuole farci compiere. Fondamentale l'interazione tra colore ed essenza, un codice da decifrare col puro istinto, entrando in risonanza con l'animo dell'artista.
Prospettive, punti di vista, esperienze, suggestioni, modelli, ricerca, parole e concetti che sono connaturati con la sensibilità creativa dell'astrattismo e dell'informale. Due filoni stilistici dell'arte non figurativa che si prestano a soluzioni espressive infinite ed illimitate. Ricchezza e varietà trasfigurate nell'Arte, nel segno di una rivoluzione che ha cambiato (e sta ancora cambiando) per sempre la storia dell'Arte (e dell'umanità).
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