Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Irrinunciabili piacevolezze"
(2 - 15 novembre 2024)
L'Arte con la sua incomparabile bellezza e molteplicità espressiva è una componente essenziale per l'umanità. Sin dalle civiltà dei primordi si è sempre cercato di creare, mostrare e possedere qualcosa di esteticamente eccellente e spiritualmente potente, un segno incontrovertibile della genialità al servizio del singolo o di una comunità. La piacevolezza dell'Arte è stata, è e sarà sempre un qualcosa di essenziale ed irrinunciabile.
Nelle opere di Nadia Pelà si percepisce un'aura poetica, le forme sinuose modellate dall'artista suggeriscono un dialogo ravvicinato tra materia e spirito, alla ricerca di una bellezza pura ed immediata, fresca e delicata come la brezza mattutina; argille bianche e rosse sono spesso utilizzate assieme e – dopo la cottura – regalano una bicromia deliziosa che sembra ricordare il millenario concetto dello yin e yang dove volti, abbracci, vasi che ricordano radici, profili retti o sferici raccontano la complessità della vita che, ogni giorno, regala sfide o sorprese. Giusy Viki si lascia letteralmente trascinare dall'ispirazione e crea opere che sono la quintessenza dell'originalità: il suo approccio positivo alla vita la porta a mettere in campo tutto il cuore e l'energia che si riflettono pienamente nella sua maniera di fare ed intendere l'arte. Il cuore è il protagonista assoluto, così come volti stilizzati o coloratissime esplosioni floreali, utilizza ogni tipo di materiale che le dà l'illuminazione (frammenti metallici, parti meccaniche, gioielli, tessere musive, plastiche, oggetti d'uso comune), l'essenziale è regalare a chi guarda pure emozioni. Maida Polentarutti decide di interpretare e far rivivere dei ricordi davvero speciali: profondamente colpita dalla giovane Nives (amica di sua nonna) che disegnò dei fiori nell'attesa del futuro sposo lontano per poi donarglieli una volta tornato è nata in lei l'idea di ricrearli in sua memoria. Ecco “I Fiori di Nives”, opere d'arte grafica dove i tratti neri sinuosi si combinano con i profili dai colori delicati tipici di alcuni fiori speciali, creazioni eleganti che possono anche ricordare immagini e visioni lontane dall'universo floreale ma sempre legate a doppio filo con la fantasia, il sogno, l'amore. Le opere di Valeria Marchezzolo ispirano sin dal primo sguardo un gioioso dinamismo che si collega ad atmosfere reali, oniriche o fantasiose: l'artista inserisce in ogni dipinto una moltitudine di figurine stilizzate che sembrano danzare e scalare le quinte dipinte dietro di loro. Sfondi ed ambientazioni cambiano radicalmente da un dipinto all'altro e si va dalle cromie pure ad atmosfere aurorali passando per un “effetto schermo tv” e “effetto puzzle” suggerendo quanto vario possa essere uno scenario o una prospettiva di vita, da affrontare col sorriso e a passo di danza. Nelle opere di Milena Barbieri si scorgono alcune delle visioni più belle che l'artista ha serbato nella propria memoria, infatti esse fanno parte di due recentissime racconte intitolate “Ricordi” e “Voglia di mare”: colori limpidissimi e pennellate emozionali raccontano scorci di Portofino e del Circeo, dettagli del centro storico di Palermo e di una spiaggia di Tenerife, opere che colpiscono per la loro vibrante vitalità e per la capacità comunicativa in grado di evocare immediatamente un'emozione in chi guarda. Racconti per far rivivere e ricordare qualcosa di speciale. Le nature morte di Paola Chiaraluce si mettono in luce per una raffinata monumentalità che le permea sia d'un eccellente realismo che di fascino attrattivo: le atmosfere dai toni chiari e freddi contrastano con le cromie vivide a calde della frutta, gli altri oggetti in primo piano svettano anch'essi per contrasto coi loro toni metallici e l'impressione d'insieme è quella di composizioni molto equilibrare che guardano decisamente alla tradizione pittorica italiana del XX secolo. Quello di Chiaraluce è un figurativo energico e genuino che racconta con limpida lucidità la realtà. Moreno Biasi ha scelto il ritratto come genere pittorico preferito sin dall'infanzia, iniziando con una semplice matita per poi approdare al carboncino e all'acrilico in anni più recenti; oltre ad un'attenta cura della resa mimetica del soggetto, all'artista preme la capacità comunicativa degli sguardi, andando ad instaurare un ipotetico dialogo silente tra opera ed osservatore. In alcuni casi rappresenta l'intera figura, in altri delinea il primo o primissimo piano del volto reso ancor più espressivo dallo strategico contrasto bianco/nero creato dall'interazione tra la tela e il carboncino (o altro pigmento corvino). La pittura di Paola Masat possiede un animo sfaccettato: dal furente dinamismo di una torma di cavalieri o di una mandria di bufali, all'eterea delicatezza della superficie incerata, passando per un'utilizzo sistematico del contrasto cromatico per ottenere il massimo della potenza espressiva. Ci si trova dinnanzi ad uno stile decisamente unico in grado di evocare le emozioni più diverse, molteplici le possibilità di lettura, la pittura di Paola Masat si può leggere come la trasposizione su tela di profonde riflessioni sull'interiorità, i desideri e le pulsioni umane.
Si può dunque rinunciare a ciò che piace ed attrae? Sì ma... a che prezzo! In ambito artistico è meglio indulgere, desiderare ed acquisire tutto quello che si ritiene piacevole e ricolmo d'estetica. Ogni opera esposta in questa rassegna è bella e piacevole, godiamone quindi, ammiriamola in concerto con tutte le altre in un meraviglioso crescendo d'irrinunciabili piacevolezze.
(2 - 15 novembre 2024)
L'Arte con la sua incomparabile bellezza e molteplicità espressiva è una componente essenziale per l'umanità. Sin dalle civiltà dei primordi si è sempre cercato di creare, mostrare e possedere qualcosa di esteticamente eccellente e spiritualmente potente, un segno incontrovertibile della genialità al servizio del singolo o di una comunità. La piacevolezza dell'Arte è stata, è e sarà sempre un qualcosa di essenziale ed irrinunciabile.
Nelle opere di Nadia Pelà si percepisce un'aura poetica, le forme sinuose modellate dall'artista suggeriscono un dialogo ravvicinato tra materia e spirito, alla ricerca di una bellezza pura ed immediata, fresca e delicata come la brezza mattutina; argille bianche e rosse sono spesso utilizzate assieme e – dopo la cottura – regalano una bicromia deliziosa che sembra ricordare il millenario concetto dello yin e yang dove volti, abbracci, vasi che ricordano radici, profili retti o sferici raccontano la complessità della vita che, ogni giorno, regala sfide o sorprese. Giusy Viki si lascia letteralmente trascinare dall'ispirazione e crea opere che sono la quintessenza dell'originalità: il suo approccio positivo alla vita la porta a mettere in campo tutto il cuore e l'energia che si riflettono pienamente nella sua maniera di fare ed intendere l'arte. Il cuore è il protagonista assoluto, così come volti stilizzati o coloratissime esplosioni floreali, utilizza ogni tipo di materiale che le dà l'illuminazione (frammenti metallici, parti meccaniche, gioielli, tessere musive, plastiche, oggetti d'uso comune), l'essenziale è regalare a chi guarda pure emozioni. Maida Polentarutti decide di interpretare e far rivivere dei ricordi davvero speciali: profondamente colpita dalla giovane Nives (amica di sua nonna) che disegnò dei fiori nell'attesa del futuro sposo lontano per poi donarglieli una volta tornato è nata in lei l'idea di ricrearli in sua memoria. Ecco “I Fiori di Nives”, opere d'arte grafica dove i tratti neri sinuosi si combinano con i profili dai colori delicati tipici di alcuni fiori speciali, creazioni eleganti che possono anche ricordare immagini e visioni lontane dall'universo floreale ma sempre legate a doppio filo con la fantasia, il sogno, l'amore. Le opere di Valeria Marchezzolo ispirano sin dal primo sguardo un gioioso dinamismo che si collega ad atmosfere reali, oniriche o fantasiose: l'artista inserisce in ogni dipinto una moltitudine di figurine stilizzate che sembrano danzare e scalare le quinte dipinte dietro di loro. Sfondi ed ambientazioni cambiano radicalmente da un dipinto all'altro e si va dalle cromie pure ad atmosfere aurorali passando per un “effetto schermo tv” e “effetto puzzle” suggerendo quanto vario possa essere uno scenario o una prospettiva di vita, da affrontare col sorriso e a passo di danza. Nelle opere di Milena Barbieri si scorgono alcune delle visioni più belle che l'artista ha serbato nella propria memoria, infatti esse fanno parte di due recentissime racconte intitolate “Ricordi” e “Voglia di mare”: colori limpidissimi e pennellate emozionali raccontano scorci di Portofino e del Circeo, dettagli del centro storico di Palermo e di una spiaggia di Tenerife, opere che colpiscono per la loro vibrante vitalità e per la capacità comunicativa in grado di evocare immediatamente un'emozione in chi guarda. Racconti per far rivivere e ricordare qualcosa di speciale. Le nature morte di Paola Chiaraluce si mettono in luce per una raffinata monumentalità che le permea sia d'un eccellente realismo che di fascino attrattivo: le atmosfere dai toni chiari e freddi contrastano con le cromie vivide a calde della frutta, gli altri oggetti in primo piano svettano anch'essi per contrasto coi loro toni metallici e l'impressione d'insieme è quella di composizioni molto equilibrare che guardano decisamente alla tradizione pittorica italiana del XX secolo. Quello di Chiaraluce è un figurativo energico e genuino che racconta con limpida lucidità la realtà. Moreno Biasi ha scelto il ritratto come genere pittorico preferito sin dall'infanzia, iniziando con una semplice matita per poi approdare al carboncino e all'acrilico in anni più recenti; oltre ad un'attenta cura della resa mimetica del soggetto, all'artista preme la capacità comunicativa degli sguardi, andando ad instaurare un ipotetico dialogo silente tra opera ed osservatore. In alcuni casi rappresenta l'intera figura, in altri delinea il primo o primissimo piano del volto reso ancor più espressivo dallo strategico contrasto bianco/nero creato dall'interazione tra la tela e il carboncino (o altro pigmento corvino). La pittura di Paola Masat possiede un animo sfaccettato: dal furente dinamismo di una torma di cavalieri o di una mandria di bufali, all'eterea delicatezza della superficie incerata, passando per un'utilizzo sistematico del contrasto cromatico per ottenere il massimo della potenza espressiva. Ci si trova dinnanzi ad uno stile decisamente unico in grado di evocare le emozioni più diverse, molteplici le possibilità di lettura, la pittura di Paola Masat si può leggere come la trasposizione su tela di profonde riflessioni sull'interiorità, i desideri e le pulsioni umane.
Si può dunque rinunciare a ciò che piace ed attrae? Sì ma... a che prezzo! In ambito artistico è meglio indulgere, desiderare ed acquisire tutto quello che si ritiene piacevole e ricolmo d'estetica. Ogni opera esposta in questa rassegna è bella e piacevole, godiamone quindi, ammiriamola in concerto con tutte le altre in un meraviglioso crescendo d'irrinunciabili piacevolezze.
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