Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"... e il Bello viene alla fine!"
(13 - 31 dicembre 2024)
La Bellezza – in tutte le sue molteplici sfaccettature - è un tratto distintivo e onnipresente in ARTtime, un luogo consacrato all'esaltazione delle meraviglie dell'Arte. Non può dunque mancare nell'ultimo appuntamento espositivo del 2024; si potranno ammirare infatti opere dalla bellezza particolare e dalle tecniche insolite, dolci visioni per un godimento estetico esaltante.
Silvestro Mura onora la splendida Venezia con rappresentazioni di vedute paradisiache e scorci sorprendenti connotate da una perfezione formale intrisa d'elegante precisione: le prospettive sono esemplari (da far invidia a Bellotto), i colori impeccabilmente selezionati, alcuni dettagli assumono pure una connotazione tattile grazie al ricorso – contenuto ma strategico – al materico. Le opere dell'artista invitano ad avvicinarsi per poter immergersi nelle atmosfere uniche che solo Venezia può regalare, riconoscendo un angolo noto, risvegliando un ricordo, accarezzando il cuore. Uniche e impossibili da etichettare le opere di Giusy Viki nascono da una fantasia creativa pressoché illimitata: quando l'artista è colta dal sacro fuoco dell'ispirazione deve assolutamente dar vita a qualcosa di speciale, ecco dunque cuori multisfaccettati composti da tessere musive, elementi metallici, lignei o plastici, fiori e alberelli che si materializzano quasi per magia dal piatto profilo di una tavola, ensambles non definibili che completano con elegante preziosità un elemento di recupero. L'arte di Giusy Viki è magia pura, nata per stupire. Anche le opere grafiche di Nadia Kuprina sorprendono sin dal primo sguardo, spiccano infatti per la ricchezza di elementi e per un senso di raffinata dinamicità: l'elemento angelico sembra librarsi nello spazio e muoversi in assoluta libertà volando, suonando, giocando in spazi dominati da una fantasia senza limiti che ricorda le lettere capitali degli antichi codici miniati. Proprio da questi ecco comparire dei collage d'eccezione, frammenti autentici di spartiti del XVI secolo, un richiamo al mondo della musica a cui l'artista appartiene con orgoglio (è cantante lirica). I ritratti di Sabina Romanin presentano una marcata sintetizzazione formale e puntano ad una rappresentazione pura ed essenziale del soggetto; pare quasi che l'artista voglia guidare l'osservatore attraverso atmosfere espressioniste dove però non domina il contrasto ma l'accordo. Questa sensibilità formale deve molto ad un'altra tecnica che Sabina Romanin padroneggia con maestria, ossia il disegno tramite fili cuciti sulla tela, si riscontra infatti la stessa linearità pulita ed incisiva in grado di infondere un senso di serena e sicura precisione. Sara Marcuzzi (L'Anima dei Colori) crea con il cuore delle opere che sono in grado di far emozionare al primo sguardo; pare quasi che un'amica ci voglia consigliare, sostenere, consolare e proteggere: le parti grafiche si caratterizzano per un'eleganza fresca e dinamica, le figure ricordano posture ed espressioni che vediamo ogni giorno, toccanti poi le rappresentazioni metaforiche di emozioni difficili da descrivere. L'artista inserisce sempre in ogni sua opera una frase motivazionale o spiegazione, ideale e geniale completamento concettuale. Elisabetta Bosisio si misura da anni con la complessa e affascinante pittura ad encausto, retaggio dell'antico rivisitato in chiave contemporanea: dall'abile mescolanza del pigmento con la cera calda l'artista crea opere sinestetiche dall'alto potere evocativo in grado di affascinare con garbo chi le ammira. Almeno tre i sensi coinvolti direttamente dalla visione delle opere dell'artista, vista (ovviamente), tatto (attratto dalla vellutata opacità delle superfici), olfatto (sedotto dall'inconfondibile aroma della cera), in un crescendo emozionale di rara intensità. Marina Berra è da sempre attratta dall'espressività della pittura astratta e, recentemente, si è avvicinata all'arte fluida: la sua interpretazione verte sulla scelta di cromie intense, fluorescenti e contrastanti funzionali per l'evocazione e rappresentazione ideale di emozioni e stati d'animo. Si scorgono strati di colature cromatiche che si sovrappongono, sperimentando insoliti incontri tra tinte e microcelle, dando vita a superfici difformi e metamorfiche che suggeriscono un movimento costante e irrefrenabile; autentici inni alla creatività emozionale che non si ferma mai.
Quando una mostra s'intitola “... e il Bello viene alla fine!” che altro si può aggiungere? Senz'altro la curiosità: la voglia di scoprire e toccare con mano che cosa si cela dietro a tale nome è vivissima. Recandosi in ARTtime lo si potrà vedere de visu, leggendo questa critica lo si potrà perlomeno intuire o immaginare...
(13 - 31 dicembre 2024)
La Bellezza – in tutte le sue molteplici sfaccettature - è un tratto distintivo e onnipresente in ARTtime, un luogo consacrato all'esaltazione delle meraviglie dell'Arte. Non può dunque mancare nell'ultimo appuntamento espositivo del 2024; si potranno ammirare infatti opere dalla bellezza particolare e dalle tecniche insolite, dolci visioni per un godimento estetico esaltante.
Silvestro Mura onora la splendida Venezia con rappresentazioni di vedute paradisiache e scorci sorprendenti connotate da una perfezione formale intrisa d'elegante precisione: le prospettive sono esemplari (da far invidia a Bellotto), i colori impeccabilmente selezionati, alcuni dettagli assumono pure una connotazione tattile grazie al ricorso – contenuto ma strategico – al materico. Le opere dell'artista invitano ad avvicinarsi per poter immergersi nelle atmosfere uniche che solo Venezia può regalare, riconoscendo un angolo noto, risvegliando un ricordo, accarezzando il cuore. Uniche e impossibili da etichettare le opere di Giusy Viki nascono da una fantasia creativa pressoché illimitata: quando l'artista è colta dal sacro fuoco dell'ispirazione deve assolutamente dar vita a qualcosa di speciale, ecco dunque cuori multisfaccettati composti da tessere musive, elementi metallici, lignei o plastici, fiori e alberelli che si materializzano quasi per magia dal piatto profilo di una tavola, ensambles non definibili che completano con elegante preziosità un elemento di recupero. L'arte di Giusy Viki è magia pura, nata per stupire. Anche le opere grafiche di Nadia Kuprina sorprendono sin dal primo sguardo, spiccano infatti per la ricchezza di elementi e per un senso di raffinata dinamicità: l'elemento angelico sembra librarsi nello spazio e muoversi in assoluta libertà volando, suonando, giocando in spazi dominati da una fantasia senza limiti che ricorda le lettere capitali degli antichi codici miniati. Proprio da questi ecco comparire dei collage d'eccezione, frammenti autentici di spartiti del XVI secolo, un richiamo al mondo della musica a cui l'artista appartiene con orgoglio (è cantante lirica). I ritratti di Sabina Romanin presentano una marcata sintetizzazione formale e puntano ad una rappresentazione pura ed essenziale del soggetto; pare quasi che l'artista voglia guidare l'osservatore attraverso atmosfere espressioniste dove però non domina il contrasto ma l'accordo. Questa sensibilità formale deve molto ad un'altra tecnica che Sabina Romanin padroneggia con maestria, ossia il disegno tramite fili cuciti sulla tela, si riscontra infatti la stessa linearità pulita ed incisiva in grado di infondere un senso di serena e sicura precisione. Sara Marcuzzi (L'Anima dei Colori) crea con il cuore delle opere che sono in grado di far emozionare al primo sguardo; pare quasi che un'amica ci voglia consigliare, sostenere, consolare e proteggere: le parti grafiche si caratterizzano per un'eleganza fresca e dinamica, le figure ricordano posture ed espressioni che vediamo ogni giorno, toccanti poi le rappresentazioni metaforiche di emozioni difficili da descrivere. L'artista inserisce sempre in ogni sua opera una frase motivazionale o spiegazione, ideale e geniale completamento concettuale. Elisabetta Bosisio si misura da anni con la complessa e affascinante pittura ad encausto, retaggio dell'antico rivisitato in chiave contemporanea: dall'abile mescolanza del pigmento con la cera calda l'artista crea opere sinestetiche dall'alto potere evocativo in grado di affascinare con garbo chi le ammira. Almeno tre i sensi coinvolti direttamente dalla visione delle opere dell'artista, vista (ovviamente), tatto (attratto dalla vellutata opacità delle superfici), olfatto (sedotto dall'inconfondibile aroma della cera), in un crescendo emozionale di rara intensità. Marina Berra è da sempre attratta dall'espressività della pittura astratta e, recentemente, si è avvicinata all'arte fluida: la sua interpretazione verte sulla scelta di cromie intense, fluorescenti e contrastanti funzionali per l'evocazione e rappresentazione ideale di emozioni e stati d'animo. Si scorgono strati di colature cromatiche che si sovrappongono, sperimentando insoliti incontri tra tinte e microcelle, dando vita a superfici difformi e metamorfiche che suggeriscono un movimento costante e irrefrenabile; autentici inni alla creatività emozionale che non si ferma mai.
Quando una mostra s'intitola “... e il Bello viene alla fine!” che altro si può aggiungere? Senz'altro la curiosità: la voglia di scoprire e toccare con mano che cosa si cela dietro a tale nome è vivissima. Recandosi in ARTtime lo si potrà vedere de visu, leggendo questa critica lo si potrà perlomeno intuire o immaginare...
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