Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Ritorni creativi"
(23 agosto - 5 settembre 2024)
L'essenza stessa di una mostra collettiva è creare un percorso espositivo in grado di far dialogare e porre a confronto opere di Artisti/e diversi/e; l'obiettivo è quello di dar vita ad un autentico crescendo emozionale in cui le originali creatività di ciascuno/a possano valorizzarsi con successo vicendevolmente.
La pittura di Gianni Lollis è maestosamente intrisa di romanticismo, i suoi paesaggi dalle estese prospettive trasmettono una raffinata e sublime bellezza: la pennellata è ampia e rapida, i toni cromatici sono funzionali all'emozione che vuole regalare, il dettaglio è raffinato e sempre al posto giusto, autentico tocco finale di rara bellezza. L'impostazione pittorica di Lollis spinge l'osservatore ad avvicinarsi sempre più al dipinto, questo per poterne cogliere le ariose profondità e i cromatismi emozionali, elementi essenziali per una piena fruizione e comprensione. Laura Facchinelli sceglie di trattare il soggetto arboreo con rigore e delicatezza, soffermandosi in particolare sulle unicità dei fusti e delle cortecce: conscia che ogni albero ha una propria piena individualità, l'artista opta per un punto di vista ravvicinato e per una rappresentazione estremamente precisa e quasi tattile dei tronchi, la sua è una pittura di totale valorizzazione intrisa di empatia. L'artista inserisce talvolta anche l'elemento urbano, essenziale per una rappresentazione contestualizzata che mette ancor più in evidenza la bellezza dell'albero. Carla Dovier rappresenta il soggetto – sia esso umano o materiale – con una sensibilità che traspare in ogni singola pennellata: la pittrice riesce a cogliere l'essenza di ciò che va a ritrarre scegliendo sempre la miglior prospettiva di visione, l'espressività di ciascun volto o l'apparenza di un determinato paesaggio sono resi con sapiente maestria instaurando con l'osservatore un vero e proprio dialogo. Sì, le opere di Carla Dovier trasmettono e parlano, con naturalezza, in modo schietto e diretto, andando quasi a porre delle domande a chi ad esse s'accosta. Giuseppe Perrone sceglie di raccontare la vita ed alcune dinamiche sociali, per farlo utilizza delle creature umanoidi dall'aspetto ibrido, un suggestivo mix tra gli omini di Keith Haring e i manichini da crash test; senza lineamenti ma con una spiccata tridimensionalità, queste creature amano, riflettono, si scontrano e si mettono in mostra. Quella dell'artista è una profonda riflessione sui sentimenti e l'umanità, geniale la creazione dei protagonisti che, nella loro “disumanità”, sono forse più autentici, espressivi e sinceri del vero Homo sapiens. La spinta creativa di Alex Höchstetter ha avuto un'accelerazione durante la recente pandemia, sono stati proprio i temi dell'isolamento sociale e della didattica a distanza ad ispirarlo: nella visione dell'artista in quel terribile 2020 l'umanità si è modificata andando ad assumere forme robotiche o androidi, segno inequivocabile di una disumanizzazione improvvisa e pericolosa. Allontanamento come alienazione, una trasformazione imprevedibile che ha scosso l'artista, ispirandolo però nella creazione di opere che spiccano per profondità e geniale espressività. Karine Barbier è un'autentica virtuosa del collage, presenta infatti delle opere letteralmente esplosive dove gli elementi chiave e gli input sono innumerevoli, arricchendo dunque al massimo grado la lettura regalando un'infinità di spunti di riflessione; si parte dalla società dei consumi e si arriva a quella del tutto-e-subito, si tocca anche il tema dell'autolesionismo connaturato nell'uomo e quello dei modelli ispirativi in un crescendo di immagini e riferimenti iconici. Lo stile dell'artista è un pop ultra dinamico che colpisce per raffinata e pulita chiarezza.
Quando ci si trova dinnanzi al piacevole confronto tra le più originali creatività, lo spirito ne risulta sempre notevolmente arricchito. La visita di questo percorso, attraverso l'essenza espressiva di ciascun/a Artista, è un'esperienza altamente consigliata e tutta da vivere.
(23 agosto - 5 settembre 2024)
L'essenza stessa di una mostra collettiva è creare un percorso espositivo in grado di far dialogare e porre a confronto opere di Artisti/e diversi/e; l'obiettivo è quello di dar vita ad un autentico crescendo emozionale in cui le originali creatività di ciascuno/a possano valorizzarsi con successo vicendevolmente.
La pittura di Gianni Lollis è maestosamente intrisa di romanticismo, i suoi paesaggi dalle estese prospettive trasmettono una raffinata e sublime bellezza: la pennellata è ampia e rapida, i toni cromatici sono funzionali all'emozione che vuole regalare, il dettaglio è raffinato e sempre al posto giusto, autentico tocco finale di rara bellezza. L'impostazione pittorica di Lollis spinge l'osservatore ad avvicinarsi sempre più al dipinto, questo per poterne cogliere le ariose profondità e i cromatismi emozionali, elementi essenziali per una piena fruizione e comprensione. Laura Facchinelli sceglie di trattare il soggetto arboreo con rigore e delicatezza, soffermandosi in particolare sulle unicità dei fusti e delle cortecce: conscia che ogni albero ha una propria piena individualità, l'artista opta per un punto di vista ravvicinato e per una rappresentazione estremamente precisa e quasi tattile dei tronchi, la sua è una pittura di totale valorizzazione intrisa di empatia. L'artista inserisce talvolta anche l'elemento urbano, essenziale per una rappresentazione contestualizzata che mette ancor più in evidenza la bellezza dell'albero. Carla Dovier rappresenta il soggetto – sia esso umano o materiale – con una sensibilità che traspare in ogni singola pennellata: la pittrice riesce a cogliere l'essenza di ciò che va a ritrarre scegliendo sempre la miglior prospettiva di visione, l'espressività di ciascun volto o l'apparenza di un determinato paesaggio sono resi con sapiente maestria instaurando con l'osservatore un vero e proprio dialogo. Sì, le opere di Carla Dovier trasmettono e parlano, con naturalezza, in modo schietto e diretto, andando quasi a porre delle domande a chi ad esse s'accosta. Giuseppe Perrone sceglie di raccontare la vita ed alcune dinamiche sociali, per farlo utilizza delle creature umanoidi dall'aspetto ibrido, un suggestivo mix tra gli omini di Keith Haring e i manichini da crash test; senza lineamenti ma con una spiccata tridimensionalità, queste creature amano, riflettono, si scontrano e si mettono in mostra. Quella dell'artista è una profonda riflessione sui sentimenti e l'umanità, geniale la creazione dei protagonisti che, nella loro “disumanità”, sono forse più autentici, espressivi e sinceri del vero Homo sapiens. La spinta creativa di Alex Höchstetter ha avuto un'accelerazione durante la recente pandemia, sono stati proprio i temi dell'isolamento sociale e della didattica a distanza ad ispirarlo: nella visione dell'artista in quel terribile 2020 l'umanità si è modificata andando ad assumere forme robotiche o androidi, segno inequivocabile di una disumanizzazione improvvisa e pericolosa. Allontanamento come alienazione, una trasformazione imprevedibile che ha scosso l'artista, ispirandolo però nella creazione di opere che spiccano per profondità e geniale espressività. Karine Barbier è un'autentica virtuosa del collage, presenta infatti delle opere letteralmente esplosive dove gli elementi chiave e gli input sono innumerevoli, arricchendo dunque al massimo grado la lettura regalando un'infinità di spunti di riflessione; si parte dalla società dei consumi e si arriva a quella del tutto-e-subito, si tocca anche il tema dell'autolesionismo connaturato nell'uomo e quello dei modelli ispirativi in un crescendo di immagini e riferimenti iconici. Lo stile dell'artista è un pop ultra dinamico che colpisce per raffinata e pulita chiarezza.
Quando ci si trova dinnanzi al piacevole confronto tra le più originali creatività, lo spirito ne risulta sempre notevolmente arricchito. La visita di questo percorso, attraverso l'essenza espressiva di ciascun/a Artista, è un'esperienza altamente consigliata e tutta da vivere.
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