Critica... mente
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
Rubrica a cura del critico e gallerista Luca Franzil
"Visioni non figurative"
(27 giugno - 17 luglio 2025)
L'uomo è intrinsecamente portato alla ricerca di ciò che può riconoscere, questo vale per tutti i cinque sensi. Per millenni l'Arte si è sviluppata seguendo questa naturale tendenza, in tutti i manufatti artistici si riconosceva infatti una (più o meno) fedele rappresentazione del dato reale. E proprio durante l'intensissimo XX secolo che si è verificata la più grande delle rivoluzioni artistiche, ovvero il superamento del soggetto riconoscibile per approdare all'astrazione, il processo di trascendenza definitivo verso il non-figurativo.
Sandra Bresin – SIN presenta opere che si configurano come delle autentiche nuove concezioni materico-spaziali dove il tessuto piegato, cucito e dipinto suggerisce una vitalità dinamica e sorprendente: da sempre affascinata dai profili curvilinei, l'artista sceglie spesso le forme tonde o ellittiche avvicinandosi alla sinusoide, la curva algebrica che è diventata parte del suo nome. Il colore poi gioca un ruolo essenziale, suggerendo alternativamente forza o delicatezza, serenità o struggimento, abbinandosi perfettamente a forme essenziali dal minimalismo ricercato. Le opere di Stefano Catalini possiedono un fascino unico che si lega a doppio filo con una decisa carica enigmatica: pochi elementi, disposti con meticolosa maestria e pervasi da un'essenzialità monumentale, raccontano alcuni dei percorsi di ricerca dell'artista. Catalini riflette sul tema della natura in rapporto con lo spazio e i colori, ma anche sul passaggio del tempo che lascia tracce sia immediate che stratiformi, delle autentiche vene fossilifere in carta che svolgono (assai bene) la funzione di catturare l'attenzione e indurre una riflessione. La pittura di Anna Bianco (in arte Ab.FreedomByColor) si caratterizza per una grande espressività formale e per un magistrale uso del colore, le sue composizioni geometriche possiedono profondità e dinamismo, dando la sensazione di trovarsi al centro di una realtà perfettamente strutturata in cui ogni singolo elemento si muove o ruota. Da artista attentissima al dettaglio, neppure la più piccola delle pennellate è casuale, tutti gli elementi rappresentati sulla tela sono funzionali al progetto creativo di quella specifica opera e corrispondono alla perfezione al titolo ad essa assegnato. I dipinti di Simone Louis emanano una carica energetica fortissima: le combinazioni cromatiche, la calibrata spinta tattile-materica, le suggestioni formali contribuiscono a far crescere gradualmente il flusso emozionale di chi si ferma ad osservare con attenzione le sue opere. La natura, l'evoluzione, i processi formativi/generativi sono i temi prediletti da un'artista che sente fortissimo la spinta della spiritualità e dell'immediatezza espressiva, sia pittorica che sensazionale; partendo da un impulso si forma l'idea, poi da lì segno e colore compiono il magico atto creativo. Quando la ricerca incontra talento, eleganza ed espressività non si può che rimanerne rapiti e meravigliati, ecco una descrizione perfetta delle opere del maestro Gianfranco Gobbini e del loro effetto su chi ad esse s'accosta: la spinta materica ad uscire dalla bidimensionalità è evidente, le masse cromatiche paiono accarezzarsi o scontrarsi, quasi come stessero danzando al ritmo di musiche sempre diverse, la scelta dei colori è sempre attentissima e calibrata, funzionale alla carica emozionale che in quella singola opera l'artista vuole trasmettere. Le opere di Carmen Kerber sin dal primo sguardo trasmettono un'energia espressiva che si accoppia perfettamente a un movimento incessante; quello proposto dall'artista è un informale gestuale sincero e impattante dove le spatolate, i colpi del pennello e delle dita sembrano convergere in numerosi e distinti nuclei narrativi. Kerber non teme di utilizzare cromie impegnative come il rosso intenso ed il nero, anzi, ne fa largo uso e questo è funzionale alla volontà di trasmissione trasparente e senza filtri di tutto il suo vissuto interiore. Marina Berra è un'autentica virtuosa della fluid art, infatti interpreta questa giovane branca tecnica dell'informale con ricerca ed innovazione continua: predilige gli smalti anziché il classico acrilico e li maneggia con assoluta maestria, gestendone il rapido flusso con una tecnica segreta. I risultati sono stupefacenti, impossibile non meravigliarsi dinnanzi ad opere che sono esplosioni di gioia, abbracci cromatici come tanti big bang generatori di nuove galassie, le cui curve sinuose formano bollicine danzanti e preziose venature multicolore dal profilo zigzagante.
Non si può rimanere indifferenti al cospetto di queste sette peculiari interpretazioni della pittura astratta. Utilizzare il termine “visione” non è fuorviante, tutt'altro, è il più filologicamente corretto perché è quello che più si avvicina alla descrizione del processo ispirativo. Dall'idea germinale alla visione epifanica per giungere infine alla definitiva realizzazione tecnico-operativa, questo è – in estrema sintesi – il procedimento creativo dell'Arte. Così fu nel passato e così è nel presente. Sarà così anche nel futuro? Chissà, chi vivrà vedrà...
(27 giugno - 17 luglio 2025)
L'uomo è intrinsecamente portato alla ricerca di ciò che può riconoscere, questo vale per tutti i cinque sensi. Per millenni l'Arte si è sviluppata seguendo questa naturale tendenza, in tutti i manufatti artistici si riconosceva infatti una (più o meno) fedele rappresentazione del dato reale. E proprio durante l'intensissimo XX secolo che si è verificata la più grande delle rivoluzioni artistiche, ovvero il superamento del soggetto riconoscibile per approdare all'astrazione, il processo di trascendenza definitivo verso il non-figurativo.
Sandra Bresin – SIN presenta opere che si configurano come delle autentiche nuove concezioni materico-spaziali dove il tessuto piegato, cucito e dipinto suggerisce una vitalità dinamica e sorprendente: da sempre affascinata dai profili curvilinei, l'artista sceglie spesso le forme tonde o ellittiche avvicinandosi alla sinusoide, la curva algebrica che è diventata parte del suo nome. Il colore poi gioca un ruolo essenziale, suggerendo alternativamente forza o delicatezza, serenità o struggimento, abbinandosi perfettamente a forme essenziali dal minimalismo ricercato. Le opere di Stefano Catalini possiedono un fascino unico che si lega a doppio filo con una decisa carica enigmatica: pochi elementi, disposti con meticolosa maestria e pervasi da un'essenzialità monumentale, raccontano alcuni dei percorsi di ricerca dell'artista. Catalini riflette sul tema della natura in rapporto con lo spazio e i colori, ma anche sul passaggio del tempo che lascia tracce sia immediate che stratiformi, delle autentiche vene fossilifere in carta che svolgono (assai bene) la funzione di catturare l'attenzione e indurre una riflessione. La pittura di Anna Bianco (in arte Ab.FreedomByColor) si caratterizza per una grande espressività formale e per un magistrale uso del colore, le sue composizioni geometriche possiedono profondità e dinamismo, dando la sensazione di trovarsi al centro di una realtà perfettamente strutturata in cui ogni singolo elemento si muove o ruota. Da artista attentissima al dettaglio, neppure la più piccola delle pennellate è casuale, tutti gli elementi rappresentati sulla tela sono funzionali al progetto creativo di quella specifica opera e corrispondono alla perfezione al titolo ad essa assegnato. I dipinti di Simone Louis emanano una carica energetica fortissima: le combinazioni cromatiche, la calibrata spinta tattile-materica, le suggestioni formali contribuiscono a far crescere gradualmente il flusso emozionale di chi si ferma ad osservare con attenzione le sue opere. La natura, l'evoluzione, i processi formativi/generativi sono i temi prediletti da un'artista che sente fortissimo la spinta della spiritualità e dell'immediatezza espressiva, sia pittorica che sensazionale; partendo da un impulso si forma l'idea, poi da lì segno e colore compiono il magico atto creativo. Quando la ricerca incontra talento, eleganza ed espressività non si può che rimanerne rapiti e meravigliati, ecco una descrizione perfetta delle opere del maestro Gianfranco Gobbini e del loro effetto su chi ad esse s'accosta: la spinta materica ad uscire dalla bidimensionalità è evidente, le masse cromatiche paiono accarezzarsi o scontrarsi, quasi come stessero danzando al ritmo di musiche sempre diverse, la scelta dei colori è sempre attentissima e calibrata, funzionale alla carica emozionale che in quella singola opera l'artista vuole trasmettere. Le opere di Carmen Kerber sin dal primo sguardo trasmettono un'energia espressiva che si accoppia perfettamente a un movimento incessante; quello proposto dall'artista è un informale gestuale sincero e impattante dove le spatolate, i colpi del pennello e delle dita sembrano convergere in numerosi e distinti nuclei narrativi. Kerber non teme di utilizzare cromie impegnative come il rosso intenso ed il nero, anzi, ne fa largo uso e questo è funzionale alla volontà di trasmissione trasparente e senza filtri di tutto il suo vissuto interiore. Marina Berra è un'autentica virtuosa della fluid art, infatti interpreta questa giovane branca tecnica dell'informale con ricerca ed innovazione continua: predilige gli smalti anziché il classico acrilico e li maneggia con assoluta maestria, gestendone il rapido flusso con una tecnica segreta. I risultati sono stupefacenti, impossibile non meravigliarsi dinnanzi ad opere che sono esplosioni di gioia, abbracci cromatici come tanti big bang generatori di nuove galassie, le cui curve sinuose formano bollicine danzanti e preziose venature multicolore dal profilo zigzagante.
Non si può rimanere indifferenti al cospetto di queste sette peculiari interpretazioni della pittura astratta. Utilizzare il termine “visione” non è fuorviante, tutt'altro, è il più filologicamente corretto perché è quello che più si avvicina alla descrizione del processo ispirativo. Dall'idea germinale alla visione epifanica per giungere infine alla definitiva realizzazione tecnico-operativa, questo è – in estrema sintesi – il procedimento creativo dell'Arte. Così fu nel passato e così è nel presente. Sarà così anche nel futuro? Chissà, chi vivrà vedrà...
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